“Pensare che un settore così importante e strategico della nostra regione, come quello del termalismo, ma soprattutto le tantissime famiglie dei dipendenti e dell‘indotto, sia siano state lasciate nel totale abbandono e indifferenza dalla Giunta Regionale, suscita una forte indignazione”, dichiara Paolucci dopo aver letto la risposta alla sua interpellanza sulla crisi delle terme di Caramanico, discussa nel Consiglio Regionale del 9 giugno.
“L’Assessore Verì ha praticamente ammesso che la situazione delle Terme di Caramanico è praticamente ferma ad un anno fa”, continua Paolucci, “e per un settore già in ginocchio per l’emergenza Covid, l’inerzia dell’Amministrazione regionale può rappresentare il colpo di grazia. La comunità caramanichese attende da un anno l’applicazione del documento tecnico dell’Azienda Sanitaria Regionale con il quale le Terme di Caramanico potrebbero allargare la loro offerta a prestazioni riabilitative (per capirci, quello che la Verì dice di dover ancora approfondire!), il finanziamento, già deliberato, di 1 milione di euro per il secondo lotto delle piscine termali, oltre che il reperimento dei 900mila euro stanziati dalla legge di stabilità regionale per il finanziamento della L.R.15/2002 per lo sviluppo del settore termale. E proprio su quest’ultimo punto, ci chiediamo: è possibile che nelle oltre 20 rimodulazioni di fondi ereditati o nelle recenti leggi regionali (Cura Abruzzo 1 e 2) volte, a parole, alla ripresa ed al rilancio il Termalismo nostrano non è stato mai considerato ? E’ possibile che per il settore termale, dopo tante parole, la Regione non investa neanche un euro dei fondi ereditati ?”.
La denuncia di Paolucci viene raccolta dal gruppo consiliare di «Uniti per Caramanico», per bocca del capogruppo Mario Mazzocca: “Non avremmo mai immaginato che l’indifferenza verso la nostra comunità potesse arrivare a questo livello. In passato abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza in questa vertenza per concretizzare il lascito normativo e finanziario della Giunta D’Alfonso sul settore termale ma la presunzione e l’indifferenza degli attuali assessori competenti non possono che allarmare una comunità ormai stremata dalla crisi. La grave situazione finanziaria che ha interessato la società che gestisce gli impianti termali di Caramanico Terme e Popoli, unita all’emergenza Covid e alla difficile applicazione dei protocolli sanitari per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, ci auguriamo non compromettano l’avvio della stagione termale 2020. Pertanto le misure che la Regione si era impegnata a predisporre rappresentano la condizione necessaria e sufficiente affinché si possano affrontare gli investimenti necessari da parte del privato per il rilancio di questo settore strategico.
Mazzocca non risparmia una stoccata all’amministrazione comunale di Caramanico: “A dieci giorni dalla data annunciata e non confermata apertura delle Terme di Caramanico e del resort ‘La Reserve’, nessun Amministratore (Sindaco incluso) si è sentito in dovere, nei confronti di centinaia di lavoratori e imprenditori dell’indotto, di dare informazioni certe sull’avvio della stagione termale e di chiedere chiarezza al riguardo. Non possiamo accettare che un intero paese penda dalle labbra di una azienda privata che, operando grazie allo sfruttamento di una risorsa pubblica, non avverte il dovere morale di condividere il percorso con la comunità. Se il Sindaco non intende dare voce a questo disagio non avremo problemi a farcene carico noi!”