L’Aquila, cassa integrazione Thales Alenia: Movimento 5 Stelle solidale con i lavoratori

AleniaL’Aquila. Ad ormai più di cinque anni dal terremoto sono state poche le aziende che hanno deciso di investire nella città aquilana; tra queste merita di certo un posto di rilievo la Thales Alenia Space, che a seguito dell’inagibilità della precedente struttura, ha investito la cifra di ben 42 milioni di euro per la costruzione di un nuovo stabilimento inaugurandolo in pompa magna nello scorso dicembre alla presenza delle più alte cariche istituzionali.

Nonostante quelle che erano le più rosee prospettive di lavoro e di sviluppo, notizia di poche settimane fa, è che l’azienda intende avviare le procedure per l’apertura della cassa integrazione guadagni ordinaria di 13 settimane per circa 350 lavoratori in tutta Italia, di cui 80 nel sito di L’Aquila.

Un primo problema sembra legato al rinnovo del finanziamento del contratto Cosmo-SkyMed (sistema di satelliti radar di osservazione terrestre) di seconda generazione firmato nel marzo del 2013 ma a cui non sono ancora state elargite le dovute trance di copertura, ma più in generale quello che si riscontra è “la mancanza a livello nazionale di una politica strutturale – spiegano gli attivisti aquilani – che dia un maggior sostegno al campo della ricerca in generale ad al settore aereospaziale come invece sta avvenendo in diversi stati europei (tra cui Germania, Belgio, Inghilterra), i quali stanno attirando sempre più commesse a discapito dell’Italia”.

Il Movimento Cinque Stelle di L’Aquila è “solidale con i lavoratori del territorio abruzzese che questa mattina si sono uniti con quelli nazionali per manifestare sotto il palazzo della Presidenza del consiglio e si farà promotore di un serio ed approfondito dibattito al fine di trovare delle proposte che possano essere vagliate nelle sedi istituzionali più opportune. In un settore altamente strategico ed innovativo quale l’industria spaziale, non è permissibile che si perda il know-how e le professionalità che nel corso di questi anni si sono acquisite, ne tanto meno che i nostri professionisti siano costretti ad emigrare all’estero per poter lavorare”.

 

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