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Caso Chieti, non ci sono soldi per sfalciare erbe e riaprire le scuole: Di Giuseppantonio al Ministero

Chieti. Il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, ha fatto parte della  delegazione di presidenti di Provincia coordinati dall’Unione Province Italiane nell’ambito di un incontro alla presenza dei Sottosegretari al Ministero dell’Economia Giovanni Legnini e Pier Paolo Baretta, dove ha rappresentato la situazione di permanente difficoltà finanziaria in cui versano le province italiane, e la provincia di Chieti in particolare, alla luce dei progressivi tagli imposti dal Governo.

“I tagli alle risorse subiti dalla Provincia di Chieti, che ammontano ad oltre 18 milioni di euro, hanno avuto ricadute notevoli sulla gestione dell’Ente, sia sul bilancio che sui servizi – spiega il Presidente Di Giuseppantonio – il “Caso Cheti” poi è emblematico perché siamo in regime di “dissesto guidato” e abbiamo adottato il piano di riequilibrio decennale. Si aggiunge il decreto n 66/2014 approvato dal Governo che comporterà per l’Ente l’azzeramento dei trasferimenti. Va da sé che l’impatto è devastante e da quest’anno non riusciremo a svolgere le operazioni di sfalcio dell’erba né tanto meno a far fronte alla manutenzione stradale ordinaria e straordinaria lungo gli oltre 1800 km di strada provinciale, segnaletica compresa. Ad oggi, abbiamo serie difficoltà a garantire la riapertura a settembre di tutte le scuole superiori”.
Il presidente Di Giuseppantonio, anche in veste di Vicepresidente dell’UPI, ha proposto al Governo di approvare la moratoria sui mutui, ovvero sospendere per almeno tre anni i rimborsi delle rate dei mutui accesi dagli enti locali presso la Cassa Depositi e Prestiti in modo da destinare quelle risorse ai servizi e in particolare a strade e scuole. “I rappresentanti del Governo hanno dimostrato una moderata apertura in tale direzione e studieranno eventuali misure finanziarie per far fronte all’emergenza evidenziata – conclude Di Giuseppantonio  – il Governo deve capire che altrimenti si rischia di immobilizzare un intero Paese e che i nostri Enti possono adoperarsi per azzerare costi vari e risparmiare in tutto, fuorché sulla manutenzione di scuole e di strade”.