D’Amico: ‘Sono e rimango del Pd nonostante le tristi vicende di Cupello’

camillo damicoChieti. “Non intendo uscire al Partito Democratico per nessuna ragione al mondo nonostante qualcuno lo spera per trovare facili alibi alfine di ricostruirsi una verginità politica ormai perduta”.

 Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Personalmente ritengo irriverente l’atteggiamento avuto da una parte della dirigenza provinciale e regionale del mio Partito ma questo è riferito solo all’assecondamento di chi si è sempre servito dello stesso per meri obiettivi personali e non certo  mai si è  preoccupato di ricorrere ad una plurale e comune condivisione di obiettivi e strategie che puntassero veramente a salvaguardare gli interessi concreti del territorio ormai “ultimo” in tutti i sensi nella nostra regione. Fortunatamente non faccio politica per mestiere ma è solo per inguaribile passione; da qui certe cose le posso dire ed affermare in assoluta libertà!!! A Cupello ho scelto di correre quale candidato Sindaco per mettere a disposizione la buona esperienza acquisita in questi dieci anni di attività svolta in provincia di Chieti dando vita ad una lista civica ampia e trasversale come rappresentanza politica. La storia delle mancate primarie locali saranno oggetto di disamina dopo che si spegneranno le  luci della ribalta elettorale avendo così una possibilità più chiara della rappresentazione dei fatti e delle posizioni di ognuno. Dopo la presentazione formale delle sei liste in competizione solo due hanno un appartenenza specifica. Le altre hanno uno spirito squisitamente civico”.
 Per D’Amico: “E’ assolutamente strumentale asserire divisioni di gruppi,  circoli o partiti perché è assolutamente  fuorviante.
Non saranno fatti locali, relegati all’interno del circolo del mio partito, a farmi cambiare opinione sul concetto di appartenenza. Il caso di Cupello è una pagina triste di storia politica iniztiata male e finita peggio ma, altri, dovranno  spiegare le ragioni di essersi candidati a sindaco pur avendo da tempo scelto di vivere e risedere altrove, essendone stati anche amministratori, e non certo io che vivo la mia quotidianità nel cuore dei problemi della cittadina che mi candido ad amministrare in prima persona”.

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