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I sindaci della costa teatina a Roma per Ombrina

Francavilla al Mare. I sindaci dei Comuni di Abruzzo, Puglia e Sicilia maggiormente interessati dalle attività di propensione e coltivazione di giacimenti petroliferi offshore, e dalle connesse vicende di rilascio delle autorizzazioni, sono stati ricevuti a Roma dall’VIII Commissione Permanente (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e dalla X Commissione Permanente (Attività Produttive).

Nello specifico, la costa abruzzese è interessata da Ombrina Mare.

“Siamo stati convocati da due Commissioni parlamentari che si sono riuniti in seduta congiunta – ha detto il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani – insieme al sindaco di Fossacesia e Vasto siamo stati ascoltati. Insieme a noi c’erano anche sindaci pugliesi e siciliani. Il Decreto prevede che gli impianti non si possono avvicinare più di 12 miglia dalla costa e ci sono altre condizioni, quindi c’è il divieto anche per Ombrina. Abbiamo espresso un no assoluto ad Ombrina che comprometterebbe turismo, agricoltura, Parco della Costa Teatina e Costa dei Trabocchi. Abbiamo promosso tutte le azioni possibili per la difesa della costa ed abbiamo ottenuto questo no. È stato detto che Ombrina non ha modo di andare avanti. Noi non abbasseremo la guardia fino a quando non sarà messo nero su bianco, per avere la certezza attendiamo gli atti parlamentari. Fino a quando la nostra costa non sarà salva, continueremo con le manifestazioni su tutti i fronti. Questa forse è stata la prima volta che siamo stati convocati da una Commissione parlamentare. La notizia è molto sentita dal territorio. Oggi noi non abbiamo una normativa, come avviene all’estero, che dice che questi impianti sono impattanti per l’ambiente, la stessa cosa accade a livello economico. Questo procedimento è inquinante ed è costoso. Se avessimo la normativa che c’è all’estero Ombrina non sarebbe nemmeno partita. Queste compagnie petrolifere approfittano della carenza di Leggi per insidiare la costa. Noi viviamo con il gas e con il petrolio, però bisogna fare queste cose seguendo delle procedure che altri Paesi d’Europa riescono a seguire. Dobbiamo considerare che noi siamo in una situazione molto delicata come ecosistema. Un conto è mettere un impianto in un contesto oceanico ed un conto è metterlo nel mare Adriatico che è poco più di un lago e non ha sbocchi. Collocare questo impianto a meno di 5 miglia dalla costa sarebbe una follia”.

“Vasto si è unita a questa battaglia – ha aggiunto il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna – che vede impegnate diverse amministrazioni. La nostra è la Costa dei Trabocchi che sarà del Parco della Costa Teatina. Tanti sono i ricorsi, nella conclusione della giornata il presidente della Commissione ha detto che non ci sono più le condizioni affinché questo percorso venga portato avanti, per noi è un punto importante. Abbiamo fatto bene ancora una volta a far sentire la nostra voce e non dobbiamo far scendere l’attenzione. L’Abruzzo è stato compatto nel ribadire la netta opposizione. In queste azioni non c’è stata una differenziazione di colore politico perché secondo noi il nostro territorio può dare molto al turismo. Continueremo con la nostra battaglia e faremo valere le nostre ragioni”.

“Siamo stati compatti nonostante fossimo di estrazione politica diversa – ha concluso il sindaco di Fossacesia, Fausto Stante – la stessa cosa è accadute per i sindaci siciliani e pugliesi. Questo impianto sarebbe stato costruito a 3 miglia dalla costa. La normativa non è molto stringente per mettere in atto una serie di provvedimenti. Sul mare Adriatico sarebbe opportuno dare voce anche all’altra sponda perché ad esempio i problemi in Croazia e Serbia sarebbero ancora più gravi. Tra l’altro questi Paesi stanno per diventare europei, quindi se dobbiamo parlare d’Europa lo dobbiamo fare in tutti i percorsi”.
Francesco Rapino