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Afm L’Aquila, l’Ugl chiede ‘la testa’ del presidente Masciocchi: proclamato lo stato d’agitazione

L’Aquila. È una dura condanna quella che i lavoratori dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata (AFM) rivolgono nei confronti del presidente Giorgio Masciocchi, reo di aver chiuso i rapporti con le parti sociali, malgrado le reiterate richieste di confronto e malgrado gli impegni presi dallo stesso in sede comunale la scorsa estate.

“Innanzi tutto non sono stati erogati gli aumenti previsti dai rinnovi dei Contratti collettivi nazionali” si legge in una nota dell’Ugl. “Gli accordi di II livello sono stati tutti disdettati, ma malgrado la continua sollecitazione da parte delle organizzazioni sindacali, il presidente nega qualsiasi incontro, impedendo la riapertura del tavolo di trattative.

Masciocchi giustifica la sua esistenza eseguendo passivamente gli indirizzi consigliati dal Comune, mentre da un presidente ci si attenderebbero ben altre iniziative in tema di gestione del personale al fine di evitare problemi tecnici ed organizzativi connessi alla corretta erogazione dei servizi pubblici del settore pedagogico, del prescuola/intescuola e delle farmacie. Tale passività gestionale determina difficoltà nella sostituzione del personale e nella gestione dei servizi sperimentali aggiuntivi. Difficoltà che cominciano ad evidenziarsi pesantemente sulle farmacie, sul deposito farmaci, sugli uffici amministrativi, sul settore pedagogico e sul servizio pre-scuola/interscuola.

Ci chiediamo, quindi, a cosa serve il mantenimento da parte della collettività di un presidente che non fa il presidente?. Il sindaco Cialente farebbe bene a valutare l’operato delle persone che ha nominato su base fiduciaria ai vertici delle aziende stesse”. Da qui, l’annuncio della stessa Ugl, che proclama lo stato di agitazione ed avvia la procedura di raffreddamento che si concluderà dal Prefetto.