Pescara, sfumano le dimissioni in massa: Mascia si salva ma si barrica dietro ai suoi

Pescara. Sfumato, nella notta, il progetto di far decadere il sindaco Albore Mascia: firme ferme a quota 17. Mascia blocca il Consiglio e si riunisce con la maggioranza.

Sembra destinato a sfumare definitivamente il piano di 21 consiglieri comunali di far cadere anticipatamente l’amministrazione comunale guidata da Luigi Albore Mascia. Se pur si sono recati nello studio notarile, non hanno firmato le dimissioni i consiglieri della lista Teodoro, Pignoli e Mastromattei. Mentre nella serata di ieri non sono arrivate le attese firme di Fausto Di Nisio (indipendente) e del presidente del consiglo comunale Roberto De Camillis.

Intanto il sindaco sotto scacco ha chiamato a raccolta i suoi, sospendendo i lavori dell’Aula all’apertura di stamani, convocando una riunione di maggioranza nel corso della quale sarebbe emerso che, oltre ai 17 che hanno già firmato, i quattro rimanenti non hanno intenzione di andare fino in fondo. Tra questi manca anche Maurizio Acerbo, unico di Rifondazione che ha rimandato ad oggi per vedere approvata prima la delibera, da lui presentata, per la variante al Piano regolatore per il patrimonio storico architettonico. E’ stato l’unico, peraltro, ad intervenire, a difesa del suo emendamento, alla ripresa dopo il primo break del Consiglio. Dopo di che il sindaco Luigi Albore Mascia ha chiesto una nuova sospensione per un’altra riunione di maggioranza, ancora in corso. Acerbo, però ha fatto in tempo a parlare “della necessità, da qui in poi, di fare alcune cose che sono nell’interesse della città, considerato che non esiste più una maggioranza, e 150 incarichi da attribuire non rientrano nell’interesse della città, così come neppure la nomina dei vertici dell’Ente manifestazioni, né altre iniziative di una maggioranza che non c’é piu'”.

Intanto Di Nisio ha provato a giustificare il suo ripensamento: “Non firmerò la decadenza del sindaco”, ha spiegato in aula, “doveva accadere prima, come peraltro si è tentato di fare nei mesi scorsi. Non voglio”, ha proseguito, “che si dia la sensazione di una pugnalata alle spalle. Io non pugnalo il sindaco alle spalle e lui ha preso atto che questa consiliatura e’ interrotta”. Di Nisio ha anche sottolineato “la inadeguatezza dell’amministrazione” e ha parlato della “situazione finanziaria gravissima”. Più polemico Enzo Del Vecchio (Pd), uno dei consiglieri che ieri ha firmato dinanzi al notaio: “La sospensione dei lavori del consiglio – ha detto dallo scranno – ha prodotto qualche risultato o qualche inciucio. Io sono stato sempre coerente e ritengo che questa amministrazione debba andare a casa. In tre mesi, da qui alla fine del mandato, si possono produrre effetti deleteri pazzeschi. Chi consente che ciò avvenga è da ritenersi responsabile. Non ci vuole molto per un commissario ad essere meglio di questa amministrazione”.

 

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