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La lettera pro-Berlusconi: Testa e Di Primio vogliono il Pdl unito

Pescara. Fronte comune teatino-pescarese per sostenere Berlusconi al consiglio nazionale Pdl. Testa e Di Primio appoggiano Silvio con un lungo documento d’appello: “Innovare con fedeltà alle origini”.

Si terrà sabato il consiglio nazionale del Popolo delle libertà e a Roma, dove si decideranno le sorti del centrodestra e il ritorno a Forza Italia, fanno giungere il proprio sostegno anche due importanti amministratori locali abruzzesi. Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, e Umberto Di Primio, sindaco di Chieti, hanno firmato un lungo documento (oltre due pagine) stilato da coloro che riconoscono la leadership di Silvio Berlusconi e “puntano non a spaccare il Pdl ma a lavorare per l’unità del Pdl – Forza Italia e del centrodestra tutto, proseguendo un percorso per il Paese”.

Nel testo programmatico viene messo in evidenza che il partito deve affrontare “la sfida del passaggio a Forza Italia senza smarrire lo slancio delle origini”, e si sottolinea l’appartenenza al centrodestra, intesa come “inclusivo, maggioritario e vincente”. Affrontando i nodi principali di questa fase, i firmatari del documento si soffermano sulla “guerra giudiziaria senza esclusione di colpi scatenata contro Silvio Berlusconi” e ribadiscono che l’impegno sulla giustizia deve essere “prioritario, tanto sul fronte della lotta al suo uso politico, quanto sul versante delle riforme strutturali” ma aggiungono anche che “lottando per lo Stato di diritto non dobbiamo mai smettere di rappresentare le istanze e i bisogni di un Paese in difficoltà”.

Testa e Di Primio si schierano con i cosiddetti “innovatori”, e tra questi sollecitano il bisogno di una riforma elettorale, soffermandosi sull’attuale situazione governativa: “E’ vero”, dicono, “la contingenza ci impone di condividere la responsabilità di governo con i nostri tradizionali avversari. Vogliamo che il governo abbia respiro sufficiente per realizzare con un’ampia condivisione quelle riforme istituzionali che possono dare all’Italia sviluppo, stabilità e una fisiologica alternanza, consentendo al centrodestra e al centrosinistra di contendersi la guida del Paese e ai cittadini di determinare con chiarezza chi li governa e chi sta all’opposizione”.

In sostanza, viene anticipata l’intenzione di un centrodestra desideroso di non far cadere l’Esecutivo: “Interrompere oggi il cammino delle riforme”, conclude il documento, “significherebbe porre le premesse per una nuova situazione di ingovernabilità e debolezza politica e per nuove probabili larghe intese. Noi non lo vogliamo. Vogliamo essere innovatori nella politica e nel Paese per tornare a vincere e vincere per l’Italia”.