Vasto, Prospero su riforma Consorzi industriali

vastoVasto. “Sulla riforma dei Consorzi industriali abbiamo il dovere, tutti, indistintamente, di salvaguardare la funzionalità di questi enti. Le polemiche spicciole sulla sede della futura Arap servono a poco, specie se fatte da chi questa istituzione non la vuole”.

Antonio Prospero, consigliere regionale di Rialzati Abruzzo, dice la sua sulla riforma dei Consorzi Industriali. “L’obiettivo della riforma, in questo momento di profonda crisi delle industrie, è poter offrire servizi che siano uniformi e che coinvolgano il maggior numero possibile di comuni e di aziende, oltre che a difendere le professionalità che abbiamo in ciascuno di questi enti, in particolare quello di Vasto. Non a caso mi sono sempre reso disponibile, e lo sono ancora, a svolgere azioni congiunte al fine di salvaguardare le nostre professionalità – sottolinea il consigliere Prospero – Per quanto concerne la sede, mi fa specie che a chiederla sia il Comune  di Vasto, cioè l’ente che non crede alla validità ed alla urgenza di questa riforma. Mi piace lavorare in silenzio, così come stiamo facendo, per garantire la funzionalità di questo istituto che negli anni passati ha svolto un ruolo preminente per lo sviluppo industriale dei territori – prosegue Prospero – ma chi alza la voce, bene farebbe, invece, a porre rilievi e suggerimenti nelle sedi istituzionali dove si decide il futuro dei Consorzi stessi, così da proporre e realizzare soluzioni che facciano gli interessi reali delle nostre aziende ed industrie e non si limitasse a presentare, ampio modesto avviso, ricorsi monchi”. Prospero si riferisce al fatto che il Comune di Vasto ha impugnato l’atto della Giunta Regionale che, in esecuzione della legge regionale n.23 del 29 luglio 2011, ha avviato la procedura di soppressione dei sette Consorzi industriali della regione, ma senza chiederne la sospensiva. “Il rilancio delle nostre industrie non passa attraverso il campanilismo – conclude Prospero – ma realizzando un ente agile, che azzeri i costi della politica e che sia una diretta emanazione del mondo industriale”.

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