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Chieti, Giustizia Sociale: ‘Un Consiglio straordinario inutile sul caso D’Agostino’

Chieti. “E vissero tutti felici e contenti …. a spese dei cittadini. Ancora tremila e passa euro buttati al vento  per  la passerella mediatica di un  consiglio comunale straordinario inutile, forse anche dannoso,  convocato per approvare l’istituzione di una commissione d’inchiesta per la trasparenza sui criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia popolare dove tutti, ma proprio tutti, da destra a sinistra, alla fine hanno esultato per l’approvazione all’unanimità della mozione e si sono innalzati a vincitori politici della giornata, assegnatosi d’imperio un punto a favore nella vicenda D’Agostino”.

Così in una nota Lorella Serano, segretario cittadino di Giustizia Sociale, che aggiunge: “Come se lo squallore del ‘fattaccio’ che ha portato Chieti alla ribalta in negativo sulle pagine nazionali potesse, o peggio ancora dovesse, avere vinti e vincitori. La verità, e tutti dovrebbero prenderne atto, a partire dal Sindaco, giunta e consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, che da questa storia l’immagine della città ne uscirà a pezzi  e quindi c’e’ veramente poco da gioire. Anche perché che ci fosse bisogno di una commissione d’inchiesta che accertasse eventuali responsabilità’ da parte dell’amministrazione lo sapevano tutti e, soprattutto, se lo auspicavano tutti, e noi di Giustizia Sociale lo avevamo addirittura proposto  già’ dal 1 di agosto come primo atto dell’amministrazione comunale a garanzia dell’immagine della città di Chieti. Ma per i nostri amministratori, si sa, anche la cosa più normale diventa straordinaria  e ogni motivo è buono per convocare una commissione consiliare o addirittura un consiglio straordinario.  Tanto, come sempre,  pagano i cittadini… Una domanda sorge spontanea: se tutti erano d’accordo sulla necessità di indagare a fondo sul metodo di assegnazione degli alloggi tramite una  commissione d’indagine perché non è stato formalizzato attraverso un semplice incontro senza ‘gettoni di presenza’ tra sindaco, capigruppo e forze politiche? Se era proprio necessario un passaggio in consiglio perché non lo hanno fatto a costo zero per la comunità? Che colpa ne hanno i cittadini costretti, paradossalmente, a pagare gli amministratori (consiglieri comunali) autoconvocatosi per proporre un percorso per accertare l’operato di un loro collega amministratore. Assurdo! Ma l’importante è far passare il messaggio che si è segnato un punto a favore della propria parte politica. Lo ha fatto, giustamente, la minoranza che si è divertita a ridicolizzare la  maggioranza e raggiungendo lo ‘scopo politico’  di vedersi votare all’unanimità la mozione presentata. Lo ha fatto in maniera persino baldanzosa  la maggioranza che ha trovato nella ‘sicurezza di non aver nulla da temere dalla commissione d’inchiesta’  la motivazione della vittoria politica. E lo ha fatto addirittura anche il sindaco Di Primio, che per recuperare al grave errore politico di non aver proposto direttamente come primo cittadino l’istituzione della commissione d’inchiesta e  temendo una ‘figuraccia’ alla votazione finale ha preferito dare indicazioni ai suoi di votare a favore della mozione presentata dalla minoranza perché, sue testuali parole: ‘si accelerino i tempi per fare maggiore e ulteriore chiarezza e perché si zittiscano prima e per sempre i commenti di coloro i quali alludono a coinvolgimenti personali e della maggioranza che non ci sono’. E poi il primo cittadino si è lasciato andare ad uno sfogo: ‘Quest’oggi, in Consiglio comunale, i pretestuosi e strumentali attacchi della minoranza di centrosinistra, che ha finito per parlare di tutto, meno che dell’argomento posto all’ordine del giorno, sono stati rispediti con forza  al mittente dopo ore di inutile discussione’. Se è vero che sono state ore di inutile discussione, e quindi acclarando di fatto l’inutilità della convocazione del consiglio comunale,  allora il sindaco farebbe bene a  chiedere a tutti i consiglieri di maggioranza e invitare quelli  di opposizione  a fare un gesto nobile restituendo  alla comunità teatina il gettone di presenza.
Altrimenti stia zitto e risparmi alla città i suoi piagnistei”.