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Chieti, arresto D’Agostino: l’opposizione controbatte a Di Primio

Chieti. All’indomani della replica all’opposizione del sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, sull’arresto dell’assessore Ivo D’Agostino, la minoranza torna sull’argomento controbattendo alle dichiarazioni del primo cittadino.

“I temi sono accesi – ha rimarcato il rappresentante del Pd, Filippo Di Giovanni – il sindaco ci ha accusati di sciacallaggio. Di fronte a questi casi le opposizioni, il minimo che possono fare, è occuparsene. Il sindaco ha parlato di verifica degli alloggi popolari. Questa è una cosa che non può fare solo lui, ma deve essere bipartisan e ci deve essere il supporto di tecnici. Noi come Partito Democratico abbiamo dei dubbi sulla correttezza delle assegnazioni degli alloggi popolari, in alcuni punti si sono intrecciati gli aspetti tecnici con quelli politici. Questi sono aspetti complicati sui quali ci possono essere più interpretazioni. Noi prendiamo atto della buona volontà dell’amministrazione di volere fare chiarezza ma non possiamo accettare il metodo, il procedimento deve essere più preciso”.
“I fatti sono gravi – ha sottolineato il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Alessio Di Iorio – noi dobbiamo aspettare l’8 agosto per l’incidente probatorio. Il clima è molto teso. È vero che D’Agostino ha agito in modo personale, ma ci sono delle ombre che bisogna capire. Ci fa piacere che Di Primio abbia avviato un’inchiesta interna, a vediamo che questi uffici sono ancora operativi, il sindaco deve avere il coraggio di cambiare qualcosa in quel settore. Chiediamo al sindaco di fare chiarezza, noi non ci sottraiamo alla nostra parte, la cittadinanza ha bisogno di questo. Chiediamo che per indagare in questi uffici ci sia il coinvolgimento di tutti. Inoltre chiediamo al sindaco che fino all’8 agosto non si parli direttamente delle persone coinvolte”.
“Sull’articolo 39 del Regolamento del Consiglio Comunale – ha detto il capogruppo di Chieti per Chieti, Luigi Febo – noi chiediamo una Commissione di Controllo, che di solito si riunisce in casi eccezionali, e questo lo è. Si tratta di verificare i membri della giunta e gli organi del Comune. La maggior parte delle assegnazioni si fanno attraverso le delibere di giunta. Ci saremmo aspettati che i consiglieri di maggioranza, al posto di fare quella lettera, avessero chiesto loro la Commissione di Controllo e Garanzia, in questo modo avrebbero permesso al sindaco di operare in una posizione migliore. Mi ha dato fastidio il termine ‘sciacallaggio’, noi ci siamo interessati perché ci sono situazioni gravi. Il nostro pensiero va alle persone che hanno serie difficoltà. In ringraziamento va alle forze dell’ordine che hanno operato con discrezione. La responsabilità la giunta ce l’ha, non direttamente ma come parte di un organo amministrativo. Ognuno di noi deve rimanere nei propri ruoli. Spero che si riesca a dimostrare l’innocenza dell’assessore, ma il reato ipotizzato è veramente odioso”.

Questo è il commento sulla vicenda dell’arresto dell’assessore D’Agostino del Comitato Senonoraquando di Chieti: “La città di Chieti è attonita e sbigottita per le notizie di cronaca che in questi giorni vedono coinvolto un rappresentante della amministrazione comunale sospetto di avere  promesso ad alcune donne  alloggi in cambio di prestazioni sessuali. Se le indagini accerteranno la verità delle accuse,  la solidarietà del  nostro comitato Snoq andrà tutta  alle donne coinvolte che avrebbero dimostrato nel reagire coraggio e determinazione fornendo un grande esempio di dignità e un importante precedente. Se  i fatti verranno confermati, se la responsabilità dell’ex-assessore alle Politiche della Casa del Comune di Chieti verrà accertata la nostra condanna sarà certa ed assoluta. Attendiamo dunque che si faccia chiarezza ma sollecitiamo tempi brevi a tutela  di tutte le donne potenzialmente vittime dei ricatti a sfondo sessuale che da troppo tempo e da ogni parte vengono perpetrati nel nostro paese. Quand’anche le indagini accertassero l’estraneità dell’ex assessore e la non veridicità dei fatti ricordiamo alle  Istituzioni tutte, ai protagonisti della politica e ai cittadini che episodi di questo genere sono purtroppo all’ordine del giorno nel nostro paese, che sono solo uno dei passaggi di quella lunga catena di violenza e di pratica aggressiva (fisica e psicologica) nei confronti delle donne che troppo spesso culmina col crimine e coi femminicidi. Per questo il senso di responsabilità di tutti deve essere alto, per questo il sostegno concreto deve essere nei confronti di quelle realtà  quali i Centri Antiviolenza, i Consultori, gli  Sportelli Antiviolenza che ogni giorno lavorano e combattono sul nostro come su altri territori.
Per questo le forze dell’ordine devono essere presenti e preparate alla accoglienza e alla tutela. Comunque si concluda questa vicenda chiediamo con forza  la predisposizione di fondi per realizzare progetti di collaborazione con tali operatori così come corsi di formazione nelle scuole e nelle Pubbliche Amministrazioni, incontri di sensibilizzazione e di informazione sul tema della violenza di genere. La violenza contro le donne non è un problema delle donne ma è un problema di chi usa loro violenza ed un problema culturale di tutta la società”.

Francesco Rapino