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Chieti, ideAbruzzo sulla vicenda D’Agostino

Chieti. “I reati contestati all’ex assessore D’Agostino sono reati abietti, da condannare fermamente e da punire duramente ancor più, se dimostrati, per le modalità di attuazione e reiterazione e soprattutto per lo sfruttamento del ruolo pubblico conseguito”. Esordisce Sergio Montanaro del movimento politico ideAbruzzo.

“Di questo – prosegue Montanaro – se ne occuperanno gli organi competenti e aldilà di commenti personali che nulla portano alla vicenda, è da ritenersi necessario, specialmente da parte dei tanti attori politici di Chieti, il rispetto delle competenze. Proprio nel rispetto delle competenze non si può non notare la scomposta reazione di alcune componenti di minoranza e di parte della maggioranza a questa triste vicenda. Il commento e le azioni che competono agli attori politici sono appunto di natura politica e ancora una volta si coglie l’occasione per dare sfogo a faide e vendette politiche che non portano nessun valore alla discussione soprattutto amministrativa della città. Probabilmente perchè in effetti non vi è una reale discussione sul piano amministrativo in città. Si ha la sensazione che questa vicenda venga vista come una sorta di copertura delle inefficienze e della mancanza di proposte e soprattutto di azioni da parte sia della maggioranza che della minoranza. Da una parte assistiamo continuamente alle strigliate del sindaco Di Primio ai consiglieri di maggioranza alla stregua di uno stalliere che non riesce a tenere a bada i suoi cavalli. Dall’altra assistiamo ad una inconsistenza delle minoranze che pare si limitino a discutere di questioni che troppo spesso assomigliano alle discussioni sulla natura della lana caprina. E l’andazzo, sinora, pareva accontentare tutti. Questa vicenda, non dimentichiamo di natura penale e quindi personale, ha impresso una sorta di ringalluzzimento in personaggi quasi dimenticati che non hanno atteso oltre per dire la loro rispolverando il mai logoro refrain del non poteva non sapere, rivolgendosi al sindaco. In questa intricata matassa, di lana caprina e crini di cavallo, non ha esitato ad inserirsi l’ex vicesindaco Di Paolo, che chiede ai suoi consiglieri, non troppo convinti stando a quanto riportato dalle cronache, di uscire dalla maggioranza. Tutti uniti nel chiedere a gran voce al Sindaco di rassegnare le dimissioni. Tutti presi dalla fregola di imprimere una repentina accelerazione al ritorno alle urne anticipando i tempi ma esponendo Chieti ed i suoi cittadini ad un periodo di commissariamento che la città e soprattutto molti cittadini non possono permettersi. Per le tante, troppe vicende aperte specialmente nel campo del lavoro e dell’occupazione che necessitano sui vari tavoli la forte presenza di un’amministrazione. Piaccia o non piaccia. Non siamo mai stati teneri con l’ex assessore D’Agostino nello svolgimento del suo incarico politico, posso citare ad esempio la denuncia dell’inadeguatezza del piano neve comunale e l’esiguità dei mezzi messi a disposizione nel 2011, sino alla vicenda della mancanza di un piano di protezione civile, ma gran parte della classe politica di Chieti continua a non tenere veramente conto delle reali condizioni della città, specialmente dal punto di vista sociale, e si continua ad adattare le proprie opinioni e le conseguenti azioni ai personali percorsi politici futuri. Chiediamo fortemente che ci si faccia carico responsabilmente dei reali problemi della città e dei cittadini, nel rispetto del ruolo assunto all’indomani dell’esito elettorale. Chiediamo che non si ricerchino scorciatoie che nulla di buono porterebbero alla città ed alla cittadinanza tutta, anzi, si potrebbero ulteriormente aggravare tante problematiche ancora drammaticamente irrisolte. Tutta questa situazione – conclude Sergio Montanaro – se si tornasse nell’immediato alle urne, paradossalmente, potrebbe rivelarsi estremamente favorevole al nostro movimento. Ma a differenza di altri, che hanno chiesto e ricevuto il voto dai cittadini per amministrare questa città, indipendentemente dal ruolo ricoperto, sia in maggioranza che in minoranza, e sulla base di un programma, ci interessa unicamente il bene della città. Ci preme che la città non muoia e che i cittadini non vengano mortificati nei fatti, ulteriormente, dall’immobilismo e dalla lotta per spazi personali, sfruttando ogni possibilità per adattare le vicende politiche alle proprie personali aspirazioni, legittime, ma pur sempre personali”.