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Chieti, Consiglio Comunale sul futuro rapporto tra città e Università

Chieti. Questa mattina a Chieti si è tenuto un Consiglio straordinario convocato per trattare l’ordine del giorno avente ad oggetto “Quale futuro nel rapporto tra la città di Chieti e l’Università d’Annunzio”.

“L’odierno Consiglio Comunale – ha dichiarato il presidente del Consiglio Comunale, Marcello Michetti – deve rappresentare l’inizio di una reciproca, nuova collaborazione tra Chieti e l’Università d’Annunzio che, sin dalla sua fondazione, ha saputo produrre un così grande sviluppo culturale e sociale da e verso il nostro territorio. Territorio da cui oggi vogliamo partire per ricercare insieme sinergie e reciproci interessi che posso sintetizzare in almeno tre principali direttrici: rafforzare la compartecipazione a iniziative, eventi a carattere nazionale ed internazionale da organizzare a Chieti su argomenti culturali legati alla valorizzazione del patrimonio artistico e storico, alla produzione di spettacoli teatrali e musicali, scientifici, mediante organizzazione di grandi convegni, sportivi tramite l’implementzione delle già tanto gloriose attività sostenute al Cus; compartecipazione con Comune, Provincia e Regione, con le grandi associazioni di categoria in progetti nell’ambito della riqualificazione urbanistico-architetonica e della mobilità. Mi riferisco, in particolare, alle aree industriali dismesse o degradate, al Parco fluviale del Pescara, al restauro di uno o più palazzi storici di pregio ove poter allocare sedi museali, aree espositive o ricettive a carattere universitario; compartecipazione ai vari progetti per la realizzazione di studentati nella parte alta della città, non ultimo il progetto Polis, ed impegnarsi a trasferirvi i dipartimenti di Lettere classiche e dei Beni Culturali, ad esempio presso l’ex ospedale militare, posto nel cuore dell’affascinante Dorsale della Cultura, tra il Museo archeologico, la Civitella, il Teatro, le Terme ed il Foro romano dell’antica Teate”.

Così in una nota Giampiero Riccardo, presidente dell’associazione Zapping: “In una città dal tessuto economico pressoché disfatto, il consiglio comunale si aggrappa nuovamente all’Università D’Annunzio nel tentativo di sottrarre Chieti alla canna del gas. La massima assise teatina torna a chiedere all’ateneo di contribuire in qualche misura al rilancio economico del centro storico, magari trasferendo sul colle una o più Facoltà. In questo momento però, confidare in un simile atto di apertura è un pò come affidarsi a una barca senza vele per scampare a un naufragio: una vera incognita. Da tempo si discute sull’inammissibile costo rappresentato da ben tre Università in una regione di poco piu di un milione d’abitanti. Ancor di più oggi, visto che le Università abruzzesi, incluso e sopratutto la “D’Annunzio”, stanno sperimentando una vera e propria emorragia di iscritti e il conseguente calo di introiti e trasferimenti che ne deriva, ne mette a repentaglio la stessa sopravvivenza; il punto non è più ‘come l’ateneo D’Annunzio può aiutare Chieti’, ma ‘come Chieti può contribuire alla salvezza della D’Annunzio’. Politica e Università devono dialogare, ma partendo da approcci diversi, sia in termini di ricerca di investimenti che razionalizzando l’organizzazione al proprio interno, ad esempio prendendo in seria considerazione l’idea di una federazione tra tutte e tre le università abruzzesi. Sui territori, la Politica deve tornare a governare i processi economici e sociali proponendo soluzioni lungimiranti, sapendo che in un futuro non tanto remoto, ci si potrebbe trovare di fronte a scelte imposte dall’alto, senza alcuna considerazione delle esigenza e delle caratteristiche del territorio”.

“In questi anni – ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, durante il Consiglio Comunale – l’amministrazione comunale di Chieti e l’Università hanno sempre mantenuto un dialogo costante, nonché ottimi rapporti di collaborazione in termini di ricerca e sviluppo per il territorio, senza mai inclinarsi. Ciò su cui bisogna intendersi, pertanto, è capire realmente cosa fare per il bene delle due comunità amministrate, rispettivamente, dal sindaco e dal rettore e quindi cosa realizzare per i cittadini da un lato e per gli studenti e la classe docente dall’altra. Solo partendo da questo dato possiamo tratteggiare il nostro futuro. Se non vogliamo cadere nella dietrologia, continuando a decantare il passato ed a stigmatizzare lo spostamento dell’Università dal centro storico a Madonna delle Piane, bisogna iniziare a pensare all’Università come l’insieme dell’eccellenza dei suoi docenti e il territorio, senza dilungarci nei particolarismi. Non si può, infatti, pensare oggi, all’Università d’Annunzio, così come era strutturata in via Nicolini. Il campus, oltre ad aver rappresentato un elemento di sviluppo, è stato e lo è tutt’ora un indubbio elemento attrattore, capace di offrire accoglienza alle tante presenze che gravitano nell’area dell’Ateneo; per cui il solo trasferimento di un Dipartimento, come da tanti auspicato, non credo sia la soluzione alla rivitalizzazione del centro storico. Ciò su cui, in primis, bisogna cominciare a lavorare è un tavolo di confronto allargato, tra l’altro convocato dal sottoscritto proprio alcuni mesi fa, al quale devono essere chiamati a partecipare tutti gli stakeolders del territorio e, in seconda istanza, piuttosto che puntare sul riutilizzo, a fini didattici, dei palazzi vuoti della città, i cui servizi e il cui mantenimento dovrebbero essere sostenuti dall’Ateneo e le costose ristrutturazioni dal Comune, consentire, nei tempi più brevi possibili, l’apertura della Casa dello Studente in centro storico, così come politiche di incentivazione immobiliare a favore degli studenti. O si è concordi nell’avere un obiettivo unico – ha rimarcato il Sindaco – o tutto il territorio risulterà perdente, per cui un altro punto su cui lavorare è potenziare, migliorando, ciò che Comune e Università già fanno congiuntamente: turismo convegnistico, collaborazione in termini scientifici fra uffici del Comune e dipartimenti universitari, servizi per i cittadini. Chieti vuole la sua Università, ma al tempo stesso ha bisogno di trasformare l’idea di città universitaria in concretezza, per cui mi aspetto già al termine di questo Consiglio Comunale un ennesimo confronto con l’Ateneo per chiarire le dinamiche future di sviluppo e di crescita”.

Così l’associazione universitaria “360 gradi”: “In merito all’odierno Consiglio Comunale straordinario, riguardante i futuri rapporti tra il Comune di Chieti e l’Università G. D’Annunzio, esprimiamo forte perplessità circa la volontà di trasferire qualsiasi struttura universitaria nella parte alta della città. L’ unicità del Campus, punto di forza e fiore all’occhiello dell’Ateneo, non può essere messa in discussione. Una struttura con pochi eguali in Italia, a disposizione dell’intera cittadinanza, sede delle strutture didattiche, amministrative e di ricerca dell’università, e allo stesso tempo di eventi culturali, verde attrezzato e spazi di socializzazione. Siamo pertanto contrari a qualsiasi ipotesi di realizzazione di nuove sedi, o di spostamenti delle strutture di corsi di laurea, dipartimenti ed uffici, nella parte alta della città. Decisioni di questo tipo non solo non risolverebbero la crisi strutturale del centro storico, ma avrebbero più effetti negativi che positivi sull’Ateneo. Occorre pensare agli studenti, non ai campanili. Anche per questo motivo, ci avrebbe fatto molto piacere se il Consiglio Comunale avesse invitato a discutere di università anche le associazioni universitarie.
Auspichiamo, invece, l’aumento di iniziative e servizi a favore degli studenti. La possibilità di realizzare degli studentati in alcune delle strutture pubbliche dismesse di Chieti alta, il miglioramento dei collegamenti dei mezzi pubblici tra lo Scalo ed il Colle, sono alcuni tra i più importanti e necessari. Deve aumentare il sostegno dell’amministrazione alle iniziative studentesche, come dimostra il caso della proficua collaborazione tra la nostra associazione e l’assessorato alle politiche giovanili del Comune, per l’organizzazione del Festival Strade Musicali che ha visto circa diecimila presenza in tre giorni, nel Campus dell’Ateneo. Una ‘buona pratica’, che evidenzia la nostra disponibilità a collaborare e ad instaurare un dialogo con l’ente comunale, a patto di mettere da parte localismi e propaganda”.