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Chieti, Settimana Mozartiana: Di Paolo controreplica a Rispoli

Chieti. “Non ci posso credere! Mi cadono veramente  le braccia (e non solo a me) constatare quanto  è basso il livello di questa amministrazione. Ma è possibile che nessuno possa criticare l’operato del sindaco e della giunta senza essere accusato di ‘populista’ in cerca di visibilità? E basta! Non ce la facciamo più!”.

Così il segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, controreplica al consigliere comunale di Chieti Steano Rispoli.

“Trovate per favore altri aggettivi e soprattutto provate a confrontarvi e magari (a volte può capitare-visto che i miracoli sono sempre dietro l’angolo) – prosegue Di Paolo – di far emergere il buon operato dell’amministrazione. L’ultimo a intervenire con la solita nenia della ricerca di visibilità da parte di Bruno Di Paolo è stato il giovane consigliere comunale Rispoli, ultimo matrioska della storica dinastia,  che sotto dettatura di qualche esperto in comunicazione lo ha ‘bacchettato’ per aver osato criticare l’amministrazione per il ritardo nell’organizzazione della Settimana Mozartiana. Non solo. Il rampante rampollo si è anche sentito in dovere di difendere a spada tratta l’operato di Di Stefano, consigliere comunale delegato al Teatro Marrucino, che a suo avviso tanto bene ha fatto nel suo compito. Contento lui.
Comunque, premesso che con il suo comunicato Bruno Di Paolo aveva semplicemente segnalato il ritardo nell’organizzazione della Settimana Mozartiana, confortato dal fatto che ad oggi non vi è ancora traccia della delibera inerente la manifestazione e soprattutto quali e quanti saranno gli artisti che si esibiranno, senza fare nessuna accusa e tantomeno offendere nessuno, mi piacerebbe sapere a che titolo gli ha risposto il consigliere Rispoli visto che di norma sono il sindaco, i componenti la giunta, i segretari dei partiti oltre agli ‘adulatori, lusingatori i cortigiani e i piaggiatori’ ad avere la possibilità di parlare a nome dell’amministrazione. Non mi risulta che il consigliere Rispoli sia il sindaco, faccia parte della giunta o sia segretario di partito. Quindi, per esclusione. Ma Rispoli è solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei ‘bravi’ del sindaco ad intervenire usando un linguaggio che suona come un disco rotto. Prima di lui ad accusare i non allineati al potere di populisti in cerca di visibilità (o anche con le solite frasi del tipo: ‘ha perso un’occasione per tacere ed evitare una brutta figura’) sono stati tanti, troppi, un’infinità. Insomma una ninna nanna continua. Questa, mi sembra l’occasione giusta per riproporre qualche passaggio all’attenzione del Sindaco e dei suoi adepti. Non si sa mai. La speranza è sempre l’ultima a morire. Ma possibile che tutti scrivano allo stesso modo? Possibile che tutti siano allineati ad uno stereotipo di comunicazione, con un sistema di espressione ben definito? Credo che sia difficile che tanti politici che hanno avuto un percorso scolastico e una formazione differente tra loro possano essere tutti così “uguali” nelle forme di espressione. E allora perché si esprimono tutti allo stesso modo? Perché tutti preferiscono usare uno stesso schema? E se tutti fossero allineati per “convenzione” ad uno stesso modo di pensare e di esprimersi perché è ciò che ha stabilito chi a Chieti ha vinto le elezioni e vuole fare in modo che, alla stregua del Movimento dei Grillini, parla uno solo perché non si fida di cosa possano dire gli altri? Una regia unica dirige Giunta e Consiglieri di maggioranza a Chieti, una sola mano è quella di chi scrive i comunicati stampa che poi vengono firmati da questo o quell’Assessore o da questo o quel Consigliere e di questo ne sono certo. Mi piacerebbe però sapere chi degli addetti stampa del Comune di Chieti, se Massimo o Simonetta o chi altri, scrive materialmente i comunicati cui viene data poi la paternità da parte del politico di turno perché vorrei dirgli di cambiare registro perché ormai, dopo decine di comunicati sempre uguali, sindaco, assessori e consiglieri stanno facendo la figura di chi ha bisogno che altri scrivano per loro e che, persino, pensino per loro. Forse troppi comunicati stampa, diramati anche per avvisare che è stato tirato uno sciacquone, fanno si che si sia a corto di idee e che si preferisca usare un prestampato tanto per risparmiare oltre ai quattrini anche cervello, idee ed energie. Questa città deve cambiare per non morire e, visto che poco si muove, vogliamo iniziare dai comunicati stampa per favore?”.