L’AQUILA. L’Abruzzo rischia di perdere il suo capoluogo di regione. L’Aquila rischia di morire, abbandonata tra le sue macerie, svuotata della sua anima e della sua gente, che sempre più, preferisce andare altrove, vendere quel che resta della sua casa e andare via. Fuggire.
Fuggire perché non vi é certezza di un futuro, in una città che resta in uno stato comatoso, con i “medici” (le istituzioni ad ogni livello), che conoscono la cura ma solo in teoria. Nella pratica, nessuno interviene. In questo caso, come spesso accade, la medicina é il denaro. Denaro che non c’è. O c’é stato ed é stato speso male. Cosa sia successo nella realtà dei fatti, forse, si scoprirà solo in un tempo lontano. Per adesso, resta un dato certo: L’Aquila sta lentamente morendo. Il sindaco Cialente parla di una”nuova Pompei”. Lo fa nella lettera, un accorato appello, che scrive ai Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. A loro, chiede di istituire una Commissione speciale, che certifichi e renda pubbliche tutte le risorse arrivate e le modalità di utilizzo. Cialente non ci sta a passare per colui che ha speso e gestito male la situazione. Chiede verità e trasparenza. E che ognuno si assuma le sue responsabilità. Una vola per tutte.
LA LETTERA
Gentilissimi Presidenti, sono giorni difficilissimi, se non disperati, per il futuro della città dell’Aquila. La mancanza di risorse per la ricostruzione allontana i tempi del recupero del centro storico dell’Aquila, delle sue frazioni, dei borghi del cratere. I cittadini residenti prima del sisma in uno dei pochi centri storici abitati in Italia, prendendo atto che per rientrare nella loro abitazioni ci vorranno anni ed anni, sulla base di una discutibile previsione normativa, stanno vendendo allo Stato i propri appartamenti per acquistarne in altre città. E’ una emorragia di aquilani dettata dalla disperazione e dalla mancanza di fiducia nello Stato, ma, soprattutto, si è innestato un processo che lascerà il centro storico dell’Aquila non ricostruito, una nuova Pompei, una responsabilità storica che né io, né la mia amministrazione intende assumersi, né tanto meno condividere arrivando anche ad estreme conseguenze. Parlando con esponenti del Governo e funzionari dei Ministeri, viene continuamente ribadito che per il sisma dell’Aquila, e della città territorio, si è speso anche troppo e che avremmo bruciato grandi risorse. Purtroppo questo è il messaggio fatto passare nel Paese. Ciò ci ha isolati e ci ha fatto perdere ogni solidarietà; ci ha reso ancora più soli nel nostro dramma. A nome delle aquilane e degli aquilani, poiché il Parlamento è in possesso della relazione della Protezione Civile riguardo alla gestione dell’emergenza, dei rapporti semestrali del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, nonché di tutte le rendicontazioni delle somme spese dai singoli Comuni del cratere sismico. Chiedo alle Signorie Vostre di incaricare la Commissione Parlamentare che riterranno opportuna, per raccogliere, una volta per tutte, i dati su quanto speso a L’Aquila, da chi, e come, in un’operazione verità che si deve non solo al Paese, ma, a questo punto, anche a noi aquilani. Certo di trovare la Vostra comprensione e la condivisione della necessità di questa operazione di trasparenza, porgo i più distinti saluti.