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I soldi per l’emergenza Aquilana? Li prestino i terremotati Emiliani!

L’AQUILA. . I terremotati emiliani accusano il governo di essere stati lasciati soli, costretti, all’indomani del sisma che un anno fa ha colpito il territorio, a rimboccarsi le maniche e ricostruire con le proprie forze.

Qualche chilometro più giù, ci sono altri cittadini che hanno vissuto il trauma del terremoto e che, a distanza di quattro anni, si ritrovano a vivere in una città ancora avvolta dalle macerie e in una condizione di emergenza. In entrambi i casi, il concetto è unico: i fondi a disposizione scarseggiano. A fronte di tutto ciò, arriva oggi una proposta che potrebbe scatenare qualche malumore in terra emiliana. A lanciarla sono i vice presidenti del Consiglio Regionale abruzzese Giorgio De Matteis e Giovanni D’Amico. Il fulcro della loro proposta è tutto in un concetto essenziale: parte delle risorse finanziarie già stanziate per il sisma dell’Emilia, potrebbero essere destinate alla ricostruzione dell’Aquila.  “Il meccanismo é molto semplice” ha spiegato De Matteis. “Nell’articolo 3 bis del decreto 95/2012, convertito in legge, é stato inserito un mutuo da 6 miliardi di euro per la ricostruzione in Emilia, acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti e con rate da 450 milioni l’anno per 25 anni. Poiché é ovvio che queste somme saranno spese in un lungo arco temporale e che, quindi, non verranno impiegate subito, chiediamo che una quota parte sia utilizzata per far fronte all’emergenza dell’Aquila. Successivamente, appena verranno sbloccati dallo Stato i finanziamenti destinati all’Abruzzo, si provvederà a reintegrare i fondi ‘anticipati’ dall’Emilia. Con questo sistema non ci sarà alcun aumento di spesa per le casse statali e L’Aquila potrà avere, in tempi brevissimi, le risorse necessarie a far ripartire la ricostruzione”.  Da qui la richiesta che De Matteis e D’Amico lanciano a tutte le forze politiche, affinché sostengano la loro proposta, “che può essere concretizzata con un semplice emendamento modificativo del decreto 95 e che rappresenta un esempio di solidarietà tra Regioni colpite da eventi così drammatici. Del resto quello dell’Aquila é un caso anomalo, perché è l’unico esempio di ricostruzione in cui le risorse vengono erogate dopo i piani di intervento. Altrove, invece, come è accaduto in Emilia, lo Stato stipula subito un mutuo, e successivamente provvede a definire le regole della ricostruzione. La nostra proposta consentirebbe di guadagnare tempo e uscire dall’emergenza, nell’attesa che il prossimo anno lo Stato proceda a programmare un piano complessivo di investimenti per finanziare la ricostruzione in Abruzzo”.