Francavilla, l’amministrazione comunale vuole abbattere il Palazzo Sirena: Di Renzo scrive alla Sovrintendenza

palazzo_sirenaFrancavilla al Mare. Alcuni giorni fa. l’amministrazione comunale di Francavilla al Mare ha mostrato l’intenzione di voler abbattere il Palazzo Sirena, in particolare l’edificio di stampo “razionalista” datato da alcuni storici locali alla fine degli anni 40’.

A questo proposito, il capogruppo dei Democratici per Francavilla, Stefano Di Renzo, ha scritto Sovrintendenza dei beni culturali e paesaggistici della Regione Abruzzo.
“Appare chiaro come per molti cittadini, di cui oggi io mi faccio portavoce nella mia qualità di consigliere comunale, questa sia una scelta scellerata che segnerebbe negativamente e per sempre l’identità della nostra città” scrive Di Renzo. “In particolare si ritiene che il Palazzo Sirena non debba essere abbattuto, in quanto  immobile che in seguito ad accurate ricerche potrebbe risultare anche avere  più di 70 anni di vetustà e perciò soggetto a presunzione di vincolo d’interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico di cui all’art.12, comma 2, Decreto Legislativo 42/2004. Ad ogni buon conto, pur dovendo attendere le  verifiche che spero il vostro servizio regionale vorrà attuare in merito all’esistenza dei richiamati vincoli, non può tacersi che il Palazzo Sirena risulta essere una struttura con un grande valore per la memoria collettiva della città, è un riferimento culturale ed architettonico imprescindibile e che eliminarlo sarebbe una follia. La storia di Palazzo Sirena affonda le radici nel lontano 1886, quando Francavilla era una rinomata stazione balneare, frequentata da gente del bel mondo e dagli intellettuali che ruotavano intorno al Cenacolo michettiano. In quell’anno venne avviata la costruzione della struttura originaria in stile Liberty, su progetto dell’architetto pescarese Antonino Liberi, cognato di D’Annunzio. L’edificio era destinato a ospitare manifestazioni estive di richiamo e la sede permanente di un circolo cittadino. Inaugurato nel 1888, il fabbricato venne distrutto durante la Seconda guerra mondiale dalle mine dei tedeschi in ritirata, fra il 1943 e il ’44. Nel dopoguerra, sotto la gestione commissariale dell’Azienda di soggiorno, affidata a Orazio Piattelli, intorno al 1950 Palazzo Sirena rinacque a nuova vita, ricostruito dal Genio civile con i fondi per i danni di guerra, su progetto dell’ingegner Vittorio Ricci, noto architetto razionalista. La proprietà era dell’Azienda, che affittò i locali del 1º piano al circolo Sirena fino agli anni Ottanta. Al piano terra c’era il Gran Caffè Sirena, affidato nel tempo a diversi gestori.  Dal dopoguerra agli anni 70, il Palazzo tornò a rivivere momenti importanti, ospitando spettacoli con artisti di grande risonanza, come il Quartetto Cetra, Alighiero Noschese, Nicola Arigliano, Mike Bongiorno, Tony Dallara, Gianni Morandi, Milva, Rita Pavone, The Platters.  Nel 1983, l’Azienda di soggiorno bandì il concorso per la progettazione di una sala congressi in ampliamento dell’edificio esistente. Progetto vincitore fu ‘La porta del passato’ del gruppo di architetti Moccia, Conti, Ricci e Cataldi Madonna. Nel 1992, con la trasformazione in Apt dell’Azienda di soggiorno, il cda di quest’ultima donò la Sirena al Comune. Subito dopo, con un finanziamento di circa 5 miliardi e 800 milioni di lire a fondo perduto, venne avviata la costruzione del centro congressi attuale. Per l’alto valore storico, culturale, architettonico, che va al di là dell’effettiva vetustà che l’immobile può avere, il Palazzo Sirena merita di continuare ad esistere come rappresentanza di una memoria collettiva che rende unica la nostra città. Andrebbe certamente ristrutturato e rivalorizzato, in termini di ricettività culturale e turistica non certo eliminato. Chiediamo, pertanto, alla Sovrintendenza di procedere a verificare l’esistenza di vincoli storici e/o paesaggistici tali da rendere, se sussistenti,  impossibile l’abbattimento della struttura e nel caso contrario sensibilizzare l’amministrazione nel senso di non voler distruggere un pezzo di storia e di arte tanto importante, non solo per Francavilla al mare ma per tutta la Regione Abruzzo. Significhiamo, infine, di essere pronti, al solo fine di evitare il concretizzarsi della demolizione del Palazzo Sirena, a procedere ad una raccolta di firme al fine di rendere tangibile il dissenso della città per un’iniziativa tanto contestabile”.

 

La replica dei capigruppo del Partito Democratico, Tina Di Girolamo, e di Futura, Rocco Paolini

“La nostra amministrazione, sin dall’inizio, si è assunta l’onere di prendere decisioni e di non procrastinare i problemi a soluzione e data da destinarsi. Questa è la differenza sostanziale tra noi, il passato e il presente del ‘nessuna – proposta’ rappresentato da questa minoranza e in particolar modo da uno dei suoi componenti, ovvero Stefano Di Renzo. E’ inutile ripetere che la non decisione ha ridotto la nostra città in questo stato, minandola strutturalmente, culturalmente e moralmente. E allora i cittadini che ci hanno attribuito fiducia non vogliono più, a tutti i livelli, assistere a finzioni e demagogia perché non ci sono né il tempo e né le risorse”.

“La città ha bisogno di essere ristrutturata, ripensata negli spazi” dichiara Di Girolamo “la realizzazione di un teatro, di una piazza quale luogo di incontro e il rifacimento dei marciapiedi, così come l’opera quotidiana di manutenzione, sono azioni che daranno a Francavilla la dignità che merita. I cittadini ci giudicheranno alla fine di questo percorso e loro, solo loro, stabiliranno se la fiducia riposta in noi ha dato i risultati attesi”.

“Si tratta, tra l’altro, di una ristrutturazione della Sirena e non di un abbattimento” aggiunge Paolini “che stabilirà l’uso corretto degli spazi e l’eventuale eliminazione di parti inutilizzate e in grave stato di degrado. Ciò permetterà di ottimizzare i costi di gestione futuri e di avere una struttura funzionale, di grande impatto architettonico, utilizzata, viva, custodita”.

“Uniti per realizzare il bene di Francavilla” rimarcano i due “senza perdersi in liti e in chiacchiere. Un terreno dove forse qualcuno ci voleva condurre ma noi siamo stati più lucidi a stare nel campo del lavoro e della concretezza. In cinque anni, miglioreremo questa città, nella totale trasparenza e con assoluta dedizione, mettendo da parte protagonismi personali che non appartengono al nostro modo di amministrare. Ben vengano i suggerimenti, le contestazioni, le proposte da parte dei cittadini, saremo attenti sempre alle richieste che ci giungono da chiunque. I continui sopralluoghi e. gli incontri sul territorio sono la dimostrazione che stiamo procedendo insieme ma che, alla fine, abbiamo la responsabilità di decidere. Solo così si raggiungono dei risultati. E’ evidente che l’astensione o, ancor peggio, l’assenza non saranno mai le caratteristiche del nostro governo”.

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