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Riordino Province: Pescara rivendica il ruolo di leader

Pescara. Con il conto alla rovescia per la prossima riunione del Cal avviato, si avvicendano le varie proposte e considerazioni politico-istituzionali sul riordino delle province. Opinioni varie e contrastanti nel capoluogo adriatico, dove si dibatte sull’accorpamento con Chieti o Teramo, ma tutti difendono il ruolo di leader. E il presidente della Provincia Testa tira in ballo i valori economici: ‘Consultiamo università, camera di commercio e agenzie di sviluppo.

La partita è cominciata, settimane orsono, con il presidente della Provincia di Chieti Di Giuseppantonio ad affermare il primato storico dei teatini sui pescaresi. Gli aveva risposto il sindaco di Pescara Mascia, inviandogli un libro dello storico Licio Di Biase per testimoniare l’altrettanto importanza storica degli adriatici. La partita sembrerebbe volgere al termine il 7 settembre, quando il Consiglio delle autonomie locali,tornerà a riunirsi per formalizzare le proposte dei vari enti. Fino ad allora, sotto con i progetti. Lo stesso Di Biase, tirato in ballo sulla storia di Pescara, sembra essere distante, in veste di consigliere comunale, dalle opinioni del suo sindaco. Una sua mozione che dovrebbe venire discussa il prossimo 3 settembre, presentata con Di Pietrantonio (Pd), Bruno (Fli) e D’Incecco (Pdl), chiede l’articolazione in 3 province: L’Aquila, Chieti e Pescara unita a Teramo con un altro nome, che “permetterebbe un ottimale  equilibrio del territorio, un equilibrato numero di comuni delle provincie e un ragionevole numero di abitanti”.  Albore Mascia, più strettamente, propende per le due maxi-province:  L’Aquila e Pescara-Chieti-Teramo. Ovviamente, da primo cittadino, afferma: “Le ragioni della politica e dell’appartenenza territoriale non possono prescindere dalla norma: Pescara sarà il Capoluogo della futura Provincia, questo ruolo non è stato deciso dalla politica, ma dai criteri fissati dalla spending review, e, ovviamente, Pescara non intende assolutamente rinunciare a quel ruolo di leader che le viene assegnato in modo naturale parlando del vero motore economico d’Abruzzo”. Una risposta alla recente polemica circa il confronto con Chieti: “Tralasciando le osservazioni circa la forza portuale della Provincia di Chieti”, afferma Mascia, “che purtroppo, a fronte di un momento di difficoltà di Pescara, non è però riuscita a conservare, per l’Abruzzo, il traffico passeggeri con la Croazia, e già questo sarebbe sufficiente a confermare il ruolo leader di Pescara anche sul mercato del business internazionale, la legge dice che Pescara sarà il capoluogo della nuova Provincia perché già capoluogo di provincia con maggiore popolazione residente prima dell’accorpamento”.

Appello più pragmatico quello del presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, che rinuncia alle gare tra campanili e invita il Cal a tenere in considerazione una serie di indicatori economici e di consultare in tempi stretti le agenzie di sviluppo regionali (Fira e Abruzzo Sviluppo), il dipartimento di Economia dell’Università d’Annunzio e le Camere di commercio. “Da Roma abbiamo ricevuto disposizioni chiarissime”, sottolinea Testa, “c’è chi se ne infischia delle previsioni di legge e tende a difendere il proprio orticello, è evidente che a qualcuno non vanno giù, e mi riferisco a Chieti e Teramo che mal digeriscono le disposizioni del Governo e un ruolo di secondo piano. Ma al di là delle lotte sui primati, va avviata con assoluta urgenza una riflessione più attenta e puntuale basata su indicatori economici certi”. “Uno dei temi su cui ragionare”, specifica, “è quello dei fondi a disposizione delle varie aree per il rilancio del turismo, a quelle del Piano di sviluppo rurale e ai fondi Fesr per il periodo 2014/2020: con la nuova geografia che si andrà a creare si rischia di dar vita a zone avvantaggiate, perché lì si concentreranno più aiuti, e zone svantaggiate, senza alcun sostegno, con squilibri assurdi a danno di imprese e cittadini”. “E’ un rischio che non ci possiamo permettere”, conclude, ma in definitiva anche Testa difende la sua Pescara capoluogo: “La legge è chiarissima e indica Pescara come futuro capoluogo di provincia perché città più popolosa. D’altronde, per chi non lo sapesse, i centri con maggiori abitanti sono quelli con più servizi, uffici e infrastrutture”.