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San Salvo, emergenza idrica. Marchese: ‘Ci risiamo’

San Salvo. “Non è la prima volta che il territorio del Vastese, le sue popolazioni e l’intero apparato produttivo sono costretti a fare i conti con la mancanza dell’acqua”.

Così in una nota il consigliere di minoranza del Comune di San Salvo, GabrieLE Marchese, che aggiunge: “Un fenomeno che si ripete in maniera ciclica da tantissimi anni e il tutto avviene nella quasi totale indifferenza di chi dovrebbe assumere decisioni atte a risolvere il problema.
Manca l’acqua per bere, per lavarsi, per il turismo, per far funzionare le imprese, per l’agricoltura che in ogni emergenza rimane l’anello debole e interi raccolti vanno in malora. Viviamo in un epoca dove si pensa molto al virtuale e poco al reale. Si pensa tanto a fare feste e fiere e poco ad investire risorse al fine di garantire beni primari alla vita delle persone. L’acqua è un diritto e come tale va garantito a tutti, dando pari opportunità alle popolazioni della nostra Regione. Non a caso in occasione della redazione del Masterplan da parte della Regione Abruzzo avevo alzato la voce al fine di investire risorse per il completamento della diga di Chiauci. Al completamento di quest’opera va data priorità, non possiamo più aspettare, la dichiarazione di emergenza Nazionale è l’ennesima trovata che non serve a risolvere il problema. Serve invece una procedura d’urgenza nell’affidamento delle opere per il completamento della diga. Inoltre, il Vastese non può continuare a bere acqua prelevata dal fiume, servono risorse, così come ho richiesto in più occasioni quando ero Sindaco per rifare le reti idriche al fine di utilizzare nelle nostre case le acque provenienti dalle sorgenti del Verde”.

“L’invito che rivolgo ai decisori pubblici – conclude Marchese – è di intervenire in questa direzione se vogliamo risolvere il problema. Il palleggio delle responsabilità a cui assistiamo in questi giorni servono a ben poco, non beviamo i comunicati stampa. A chi ha responsabilità pubbliche dico di essere prudenti nei giudizi e li invito a fare più che a dire, mettendoci del proprio al fine di rimuovere questo stato di cose”.