L’Aquila. Il Consiglio Comunale si è riunito in seduta straordinaria oggi per discutere la proposta di legge sulla ricostruzione, già approvata dal Consiglio dei Ministri e, da giovedì, in discussione alla Camera.
Ha aperto i lavori, il presidente del Consiglio, Carlo Benedetti, il quale ha precisato che il testo definitivo della legge in questione è stato varato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, pur essendo circolate, in precedenza, una serie di copie non definitive.
“E’ questa una seduta di lavoro” ha sottolineato Benedetti “un consiglio aperto, di natura istituzionale, aperto ai sindaci del cratere ed ai parlamentari. Alcuni sono i temi che bisogna approfondire e che vanno dalla struttura che si vorrà dare, se andrà a sostituire o meno la filiera o gli uffici comunali; alle pratiche dei piccoli centri, se verranno affidate agli uffici territoriali; alle incompatibilità che ci sono già per tecnici, se varranno anche per i titolari di società o per gli amministratori pubblici; alla ricostruzione privata. Inserisco anche la problematica dell’asse centrale, approvato il 17 gennaio 2011 e totalmente ignorata. Sono state disattese le previsioni e l’asse centrale dovrà essere necessariamente riportata all’attenzione del parlamento, vista l’evidente posizione strategica di questa parte della città”.
La parola è poi passata al sindaco, Massimo Cialente: “Vorrei precisare che il pre-testo che circolava da giorni era destinato al comitato ristretto della Camera e non aveva nessun valore. Il consiglio si riunisce oggi semplicemente perché il testo è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso e ancora deve passare attraverso il setaccio della Ragioneria dello Stato. Questa è una legge che arriva con un ritardo vergognoso, causato dal precedente Governo, fortemente voluta dagli aquilani, con la raccolta di circa 50mila firme. E’ una legge che, intanto, pone fine alla situazione aberrante di questo commissariamento, dal quale vorrei capire, di positivo cosa è venuto. Inoltre, valuto positivamente la piccola quota della legge 77, sui fondi del terremoto, destinati alla ripresa economica e produttiva e che ci avvicina un minimo alla vicenda friulana; il riconoscimento dei diritti del de cuius; i riconoscimenti per gli orfani del terremoto. E poi va compreso che il nostro Paese è stato travolto da due situazioni drammatiche: la profonda crisi economica in cui siamo precipitati ed il dramma del terremoto dell’Emilia Romagna, che hanno cambiato fortemente la nostra situazione e quindi la legge stessa. Mi auguro che il Consiglio Comunale di oggi riesca a votare degli emendamenti da poter affidare ai nostri parlamentari. Gli emendamenti dovranno insistere sul problema del bilancio, sul personale e sugli aspetti urbanistici. Decisivo anche che si regolamentino le provvidenze per le seconde case non solo del centro storico dell’Aquila, ma anche delle frazioni e dei centri storici degli altri comuni del cratere. Infine, credo sia necessario ripensare l’ufficio unico per gli altri Comuni del cratere, perché così facendo si rischierebbe di creare una sorta di nuovo commissariamento”.