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Associazioni su Riserva Marina di Vasto: ‘Non è più il tempo delle cicale’

Vasto. Sono passati appena 80 giorni da quando Legambiente, WWF, Istituto Abruzzese Aree Protette e Comune di Vasto hanno raccolto insieme la sfida di avviare la gestione della Riserva regionale Marina di Vasto, dimenticata da oltre 10 anni.

Una sfida lanciata con forza, a titolo gratuito, e aperta alla collaborazione di tutti, per ridare la giusta dimensione e dignità a un’area protetta che ha subìto un lungo periodo di totale abbandono aggravato dai riflessi dell’eccessiva espansione edilizia che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni.

Una sfida che, pur se permangono ovviamente difficoltà da risolvere, Comune e associazioni ritengono di poter vincere nella convinzione di aver intrapreso la strada giusta, che sicuramente non sarà inficiata da sterili polemiche portate avanti senza considerare la reale situazione.

Sino a ieri Marina di Vasto è stata una riserva senza identità, sconosciuta se non per le azioni legate alla tutela del fratino. Troppo poco per parlare di gestione di un’area protetta. Ci troviamo però di fronte a una riserva unica che rappresenta sia uno straordinario laboratorio di biodiversità che un attrattore turistico di qualità. Due aspetti di una stessa medaglia che per essere pienamente valorizzati richiedono il superamento di una serie di criticità strutturali. E va superato anche l’atteggiamento di chi a qualsiasi titolo usufruisce di quell’area, dal cittadino, al turista e all’operatore turistico, allo stesso ambientalista. Bisogna uscire fuori dal concetto che tutto è dovuto e passare a quello del rispetto del bene comune e delle reciproche legittime aspettative, perché il suo valore aggiunto fatto di bellezza, qualità ambientale e anche di economia verde appartiene a tutti.

In questi pochi giorni di attività, forse anche grazie alla trasversalità che il ruolo della tutela ambientale oggi riveste, oltre all’aver messo in campo azioni di sensibilizzazione e di pulizia, si è riusciti a sviluppare una sinergia positiva con gli operatori turistici e con i residenti della marina, ponendo le basi per un’alleanza e un gioco di squadra di lungo termine. Un cambio di modulo che tiene dentro anche la visione di quella che è la crescita del territorio, proiettato sempre più su un turismo ecosostenibile e attivo (vedi la Bike to Coast che l’attraversa) e che rappresenta l’interpretazione di un cambiamento che trascina dentro anche il mondo dell’ambientalismo.

Nei diversi tavoli di lavoro, avviati con l’amministrazione comunale, gli operatori turistici e i residenti, si è avviata la concertazione di una strategia di intervento di medio e lungo termine che permetta, attraverso azioni condivise, di superare tutte quelle criticità che oggi sono affrontate all’insegna dell’emergenza. L’impegno è quello di chiudere un piano di azione per fine estate/primi di settembre in modo da avere tutto il periodo invernale per gli interventi programmati e in parte già individuati.

È chiaro che la gestione della riserva di Marina di Vasto va contestualizzata all’interno di uno scenario particolare che riversa al suo interno tutta una serie di criticità peculiari. L’area protetta, ad esempio, raccoglie tutte le acque bianche dell’area urbanizzata che l’affianca e questo contribuisce a rendere inagibili gli attraversamenti con ovvi disagi anche per gli stessi residenti. Non solo, le due reti che l’attraversano necessitano di un monitoraggio più attento. Quella di acqua potabile è lì da anni e su questa la SASI è stata sollecitata a più riprese e accompagnata nel suo ultimo controllo. Le difficoltà nell’intervento che ci sono state vanno logicamente attribuite all’incuria e al degrado in cui è stata lasciata quell’area negli anni passati e non certo alla presenza delle associazioni di oggi. L’altra rete è quella fognaria, che andrà verificata con una seria mappatura di tutti gli scarichi e le tubature esistenti, oggi ignote e spesso nascoste dalle sterpaglie.

Altro aspetto, non secondario, è l’adattamento ai cambiamenti climatici. Gli eventi atmosferici che hanno ulteriormente caricato i canali di scolo sulla riserva hanno ad esempio portato ad azioni di urgenza che purtroppo nella loro concreta attuazione si scontrano con la diffusa cultura d’intervento degli operatori del nostri territori. Da qui la necessità di una maggiore attenzione nel monitorare i lavori ma anche la consapevolezza che si dovrà dare soluzione a un problema strutturale e con il quale sempre più ci confronteremo come si è visto nelle ultime due burrasche estive. Si sta già lavorando, con uno staff potenziato da altri esperti, sullo studio delle quote e dei carichi di quell’area.

“Questi primi 80 giorni di gestione sono senz’altro positivi; – dichiara Paola Cianci, Vicesindaco del Comune di Vasto con delega all’ambiente – il lavoro di squadra e il confronto con residenti, turisti, associazioni di categoria (tra cui Confesercenti, Federalberghi e i Consorzi di Vasto Marina), ha generato i primi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Mai, in questi anni, si era registrato un intervento di pulizia e cura di quell’area in sinergia con i privati e nel rispetto delle regole di tutela che la caratterizzano. In questi giorni è stato necessario intervenire d’urgenza sulla riapertura di un canale di scolo delle acque bianche intasato, come accadrà per altri canali su cui interverremo nei prossimi mesi. Emergenze che in futuro non si ripeteranno grazie alle soluzioni che si stanno studiando. Le prospettive sono ottimali e il lavoro sin qui svolto certamente positivo. Ringrazio veramente di cuore i Dirigenti dei settori competenti e l’ufficio servizi del Comune di Vasto, le professionalità messe in campo da Legambiente, WWF e IAAP nella gestione della Riserva e tutti coloro che stanno investendo il loro impegno per la valorizzazione di quell’area che, insieme alla pista ciclabile che collega Vasto con San Salvo e il passaggio pedonale che andremo a realizzare con il finanziamento Por Fesr 2014-2020, dovrà diventare un altro fiore all’occhiello della nostra città.”

“Siamo solo all’inizio di una sfida complessa ma di straordinaria bellezza; – dichiarano Giuseppe Di Marco, Luciano Di Tizio e Andrea Natale per le associazioni che gestiscono la riserva – per troppo tempo si è contrapposta la tutela dell’ambiente allo sviluppo economico e questo modo di pensare ha culturalmente rallentato processi importanti come l’istituzione del Parco della costa teatina. Oggi la sostenibilità ambientale è al centro della crescita economica, sociale, culturale e ambientale di un territorio. Ecco perché la Riserva di Marina di Vasto ha un ruolo strategicamente di enorme rilievo. Le difficoltà ci sono, come c’è la forza per far maturare le coscienze e ridare la giusta dignità e identità a un’area protetta che per 10 anni ha subito assenza di gestione e carico negativo di uno sviluppo ormai bocciato dalla storia. Nei primi 80 giorni siamo riusciti a creare una nuova atmosfera intorno alla riserva, a ragionare insieme e a impostare un percorso nuovo, dove ci auguriamo possano trovare spazio tutti quelli che vogliono dare un contributo vero e sincero alla tutela del bene comune. È uno spazio dove non c’è più posto per i protagonismi ma che parla di collettivo, dove le formiche superano le cicale”.