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Tortoreto, migranti a Salino. CasaPound: finta accoglienza. Attività a scopro di lucro

“ Basta alla finta accoglienza, in realtà  attività a scopo di lucro. No agli immigrati a Salino”

Così il responsabile di CasaPound Italia per la provincia Teramo, Roberto Monardi, in merito all’arrivo a Tortoreto, nella frazione di Salino, di 25 immigrati in una struttura che non presenterebbe i requisiti di agibilità.

 

Migranti che da ieri sono allocati nella struttura ricettiva al centro della frazione.

 

“Dopo l’ennesimo bando della Prefettura di Teramo, per oltre 5 milioni di euro per il 2017 e più di 11 milioni per il 2018, ecco che arrivano i cosiddetti ‘collocamenti’ di immigrati in strutture che se richieste da Italiani non avrebbero mai avuto le autorizzazioni necessarie.”

 

“Come al solito – prosegue la nota – non si sono interpellati i diretti interessati, ossia i cittadini italiani, che dovranno subire l’ennesima imposizione di una forzata convivenza con chi peraltro assai probabilmente non scappa da alcuna guerra. Da un numero iniziale di 100, dopo le proteste della popolazione si è passati a 50, per arrivare infine a 25 richiedenti asilo che saranno collocati in una struttura ricettiva di Salino che, come dichiarato dallo stesso Sindaco, non avrebbe neanche l’agibilità, oltre ad altri parametri richiesti per qualsiasi Italiano. Il tutto in un Comune, quale quello di Tortoreto, nel quale già risulta sforato il massimo per l’accoglienza”.

 

“L’accoglienza dei sedicenti profughi  si rivela ormai sempre più una attività a scopo di lucro fonte di grandi profitti per le varie cooperative,  e dagli innumerevoli lati oscuri: dal precario sottopagato, agli incarichi a chiamata per i professionisti, agli appalti fra privati e quindi senza controllo”.

 

“Le vere risorse – conclude Monardi – sono gli Italiani, e uno Stato è tale solo quando si occupa per prima dei suoi figli, oggi invece abbandonati da una politica sorda ai loro bisogni, come dimostrato dagli sconsolanti dati sull’emergenza povertà, che colpisce oltre un italiano su dieci, e per i quali non sono stanziate le ingenti risorse messe a disposizione per l’accoglienza”.