L’Aquila, nuovo ultimatum di Cialente: ‘Via il Commissario o mi dimetto’. De Matteis: ‘Siamo alle solite’

Cialente-ChiodiL’Aquila. La storia è sempre la stessa e il ritornello sembra ripetersi all’infinito. Ai “microfoni”, il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, il quale, in occasione dell’assemblea pubblica della scorsa settimana, alla quale ha preso parte anche il ministro Fabrizio Barca, non ha perso occasione per ribadire quanto dice da tempo: “o va via il Commissario o mi dimetto”. Insomma, un rapporto ormai agli sgoccioli, che ha scatenato i primi scricchiolii con in ministro per la Coesione Territoriale, inviato dal premier Monti per dare un’accelerata alla ricostruzione aquilana.

Una richiesta alla quale si uniscono anche Stefania Pezzopane, responsabile nazionale del Pd per la ricostruzione, e Lelio De Sanctis, assessore comunale al Bilancio.

“Seguire l’iter commissariale di Chiodi è come leggere un libro di Kafka!” commenta Pezzopane. “Me ne vado dopo le amministrative, aveva annunciato solennemente affiancato dal Ministro Barca, mesi fa, ‘ormai il mio compito è finito, non ha senso che io resti’. Commovente, davvero. Peccato che le enunciazioni di Chiodi non riflettano le sue intenzioni. Ormai è evidente che il Presidente-Commissario voglia sfruttare il suo incarico per planare dolcemente verso le regionali del prossimo anno, magari cercando il sostegno del Governo. Forse Chiodi non ha ben metabolizzato le classifiche che lo vedono, in termini di gradimento, ultimo in Italia, tra i presidenti di Regione. Dovrebbe riflettere sul suo operato. Lasciare immediatamente l’incarico di commissario e tentare di recuperare almeno come presidente, qualora fosse possibile, è chiaro. Non può fare altro il sindaco Cialente che minacciare le dimissioni, qualora la situazione restasse immutata. Non si può tenere una città ancora ingessata, con uno scontro quotidiano e permanente del commissario che su ogni questione, produce ritardi e omissioni. Non è più tempo di sotterfugi, nessuno deve permettersi ancora di fare melina su L’Aquila. Chiodi mantenga l’impegno assunto; il Governo ed il ministro Barca non facciano i cerchiobottisti, dimostrando di saper davvero portare una svolta”.

“Il Comune dell’Aquila ha bisogno di certezze” aggiunge De Sanctis. “Chiodi eroghi i 30 milioni del Bilancio 2011, invece di fare chiacchiere. La fine del commissariamento non è un capriccio del Sindaco, ma risponde ad un’esigenza amministrativa di certezza di fondi e di tempi per la ricostruzione, oltre che ad un dovere istituzionale e politico di affidare finalmente ai Comuni la responsabilità di pensare al futuro dei cittadini. E’ veramente incomprensibile la tattica dilatoria del duo Barca-Chiodi che promette tutto per non concedere nulla, con l’intento di far rimanere la gestione della ricostruzione nella totale incertezza sul piano finanziario e sul piano delle procedure. Oggi, ancora più di ieri, il Comune dell’Aquila soffre questa condizione di Ente di fatto commmissariato, dovendo tirare la giacca al Commissario ed al Governo per far quadrare i conti del suo Bilancio e non potendo programmare per tempo le indispensabili di attività amministrative. Il Comune dell’Aquila non ha ancora avuto le somme promesse e decise (30 milioni di euro) nel giugno del 2011 con l’ordinanza n° 3945, art.6, per i maggiori costi sostenuti e le minori entrate conseguite, che il Commissario Chiodi avrebbe dovuto erogare in tempi brevi! Siamo in questi giorni ed in ogni circostanza a pregare il Commissario ed il Governo all’impegno finanziario di 30 milioni di euro necessari per poter predisporre il Bilancio preventivo 2012! A me sembra una situazione vergognosa sul piano tecnico-amministrativo prima ancora che sul piano politico. La fine del Commissariamento è una necessità oggettiva. Se il duo Barca-Chiodi tergiversa, vuol dire che non conosce le esigenze degli aquilani o sta pensando ad altro che ha poco a che vedere con L’Aquila”.

E sulla questione, interviene, critico come sempre, il consigliere del gruppo “L’Aquila città aperta”, Giorgio De Matteis. “Siamo alle solite” commenta. “Ancora una volta Cialente ha bisogno di trovare un nuovo nemico, questa volta nella persona del Ministro Barca, per giustificare le proprie incapacità e la propria inefficienza. L’ennesimo ultimatum, siamo ormai a sette, con questo ulteriore annuncio di dimissioni: sei nella passata legislatura più quelle annunciate ieri. Ahimè annunciate, ma mai date! Cialente ha fatto anche del Ministro Barca un capro espiatorio per poter ancora una volta alimentare la confusione e lo scontro tra istituzioni, così da rendere inaccettabile ogni proposta di soluzione ai problemi. Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare prima che questa città si svegli e si renda conto che il vero obiettivo del Sindaco è cercare di evitare ogni situazione di controllo e di verifica sul suo operato? Quest’uomo ritiene che la ricostruzione della città debba avvenire senza nessun controllo, ma solo attraverso lui e il suo partito, il Pd. Infatti, le tante promesse e le tante cambiali elettorali firmate necessitano di avere totalmente mani libere sulla ricostruzione. Ne fa fede, l’attenzione che Barca pone sulle regole, che debbono sancire l’inevitabile passaggio di consegne al Comune, che è totalmente allo sbando. La paura di Cialente di avere un controllo vero sulla sua attività è evidenziato dal rifiuto di qualsiasi sistema di verifica, come ad esempio la Commissione consiliare sulla Ricostruzione. Il suo atteggiamento di voluta confusione serve a distogliere l’attenzione da ciò che invece dovrebbe essere quotidianamente affrontato: il Piano di ricostruzione, di fatto inesistente; la mancata normazione sulle aree bianche; il dramma delle casette di legno, che ogni giorno ormai rischiano di diventare abusi edilizi con grave ripercussioni sui loro proprietari; l’assenza di indicazione sulla gestione degli alloggi del progetto Case; l’inesistenza di una qualsivoglia strategia nel gestire i problemi sociali e economici della città. Tutto questo viene volutamente occultato attraverso una stucchevole e patetica protesta. Mi auguro che il governo una volta per tutte prenda atto del dramma in cui ci troviamo a causa di Cialente e mi auguro soprattutto che gli elettori che hanno dato fiducia a questa fallimentare amministrazione si rendano conto come la gestione del potere esercitata da Cialente e dai suoi amici abbia comportato soltanto la firma di cambiali elettorali, che non saranno onorate”.

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