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Consorzio Val Pescara: guerra per le poltrone nel CdA

Cepagatti. I consiglieri regionali del Pd, Marinella Sclocco e Claudio Ruffini, lanciano l’allarme sulla società consortile La Valle della Pescara proprietaria del mercato ortofrutticolo di Cepagatti. La società che è partecipata da diversi enti pubblici e da soggetti privati, con la soppressione dell’ARSSA ha visto il suo pacchetto di maggioranza con oltre l’80% del capitale sociale transitare alla Regione Abruzzo. Nella società, che ha gravi difficoltà economiche e di bilancio, è in atto una vera e propria guerra per le poltrone nel CdA. Il pericolo sarebbe, secondo i consiglieri del Pd che “l’attuale Consiglio con una dubbia manovra d’Amministrazione voglia prorogarsi sine die il mandato ritenendo i tre anni attuali di incarico insufficienti. Ed è per questo che si è deciso di convocare di urgenza un Consiglio di Amministrazione per tenere un’assemblea Straordinaria  per modificare lo Statuto che dà la possibilità all’assemblea di stabilire di volta in volta la durata della carica”.

“Riteniamo tale azione non solo impropria e scorretta – dicono Sclocco e Ruffini  – ma anche in controtendenza con il momento storico che viviamo. Il Presidente del Consorzio anziché preoccuparsi dello stato di sofferenza che vive la società, preferisce farsi una norma ad personam per se stesso ed il CdA, al solo scopo di restare attaccato alla poltrona. Credevo che questo modo di agire e di gestire società partecipate dal pubblico fosse ormai un retaggio del passato. Invece il Presidente Costa preferisce accumulare debiti per oltre 6 milioni di euro e chiudere il bilancio 2011 con un disavanzo di oltre 1,2 milioni di euro piuttosto che adoperarsi per il bene del Consorzio”.
Ruffini e Sclocco puntano il dito sulla Regione Abruzzo e sull’assessore regionale Mauro Febbo, reo di non intervenire su questa vicenda.
“A nostro giudizio – aggiungono Sclocco e Ruffini – nel rinnovo del CdA della Società la Regione Abruzzo deve prendere in considerazione gli esiti della gestione che nel caso specifico è a dir poco disastrosa per cui quello che deve pesare nella scelta del CdA sono i risultati di gestione e non la vicinanza a qualche politico regionale.”
L’altro pericolo sarebbe che “se nessuno interviene l’operazione “salva poltrone” potrebbe andare in porto con la complicità della stessa Region”e. Questo potrebbe accadere in quanto la voltura delle azioni possedute dalla soppressa ARSSA non sono ancora transitate alla Regione, che potrebbe partecipare tramite il Commissario liquidatore, Gaetano Valente, all’assemblea straordinaria appositamente convocata per il giorno 13 giugno per modificare lo Statuto.
“E’ evidente – concludono Ruffini e Sclocco – che il commissario liquidatore non ha alcun mandato nè i poteri per intervenire su una materia così delicata che coinvolge l’assetto patrimoniale della regione e ancor meno di incidere su una variazione statutaria che solo gli organi legittimamente espressi dalla Regione Abruzzo possono decidere. Febbo dimostri senso di responsabilità e metta in campo delle azioni di rilancio della società consortile, salvaguardando l’interesse generale e prendendo le distanza da questa guerra per le poltrone”.

 

La replica dell’assessore regionale Mauro Febbo. “Visto che gli esponenti regionali del Pd Sclocco e Ruffini mi chiedono di intervenire sull’operazione da loro definita salva poltrone vorrei che gli stessi prendessero nota di quanto è stato fatto. Il numero dei componenti del Cda, con l’avvento della Giunta Chiodi, è passato da ben 9 membri a 5, mentre il compenso annuo del presidente è stato ridotto del 40%, è passato cioè da 30 mila euro lordi a 18 mila. Il compenso del presidente del collegio sindacale è stato ridotto di oltre il 60% ed è passato da 17.352 euro a 7.500 euro, così come quello degli altri componenti del collegio sindacale, che è sceso da 11.568 euro lordi a 4.000 euro. Come se non bastasse, ai componenti del Cda a cui spettava un gettone di presenza di 150 euro, è stato ridotto del 50% portandolo a 100 euro. I costi della cosiddetta casta nel 2008 ammontavano a 116.420 euro mentre nel 2011 sono scesi di oltre il 55% arrivando a 55.630 euro. Così come sono stati analizzati dettagliatamente tutti i costi (indiretti della politica) che vedono l’annullamento di servizi di controllo e di altre prestazioni per oltre 163 mila euro annui. Per questo mi sarei aspettato che lo stesso intervento che oggi reclamano fosse stato invocato anche nel 2008, quando erano al Governo regionale. Si tratta di un interessamento che avrebbe dovuto riguardare tutta la gestione deficitaria del mercato ortofrutticolo, in quegli anni, sulle cui operazioni immobiliari ci sarebbe molto da dire e da sottolineare. Infatti, a fronte di ingenti investimenti regionali di 3 milioni di euro per l’acquisto di una porzione della palazzina da parte dell’Arssa, la stessa risultava ancora ipotecata rispetto all’ingente finanziamento di oltre 10 milioni di euro che negli anni di governo del centrosinistra è stato rimodulato (perchè il Consorzio aveva difficoltà nel pagare le rate) con una maxi rata finale, con scadenza luglio 2010, di oltre 4 milioni e 200 mila euro (come chi sarebbe stato in grado di pagare in un’unica rata un importo così elevato?). La mancata cancellazione dell’ipoteca nei modi e nei termini di legge ha causato peraltro un ritardo sulla possibilità di utilizzare la superficie coperta dello stabile per l’installazione di pannelli fotovoltaici, non permettendo un notevole introito che sarebbe servito a risolvere almeno parzialmente le problematiche finanziarie. Io e l’attuale Cda, ci stiamo preoccupando di risolvere questi enormi problemi di natura economica – finanziaria per scongiurare l’apertura di procedure concorsuali che vedrebbero vanificare una proprieta’ immobiliare di oltre 25/27 milioni di euro su cui magari ci sono gia’ intenti speculativi. Altro che guerra delle poltrone, ma qui e’ guerra per la sopravvivenza del Consorzio. Per cui c’è la massima attenzione da parte di questo Assessorato, e dell’intero Governo regionale, nel seguire la gestione del Consorzio poichè essa non solo rientra tra le sue attività principali ma riveste un ruolo prezioso ed irrinunciabile nell’attività di calmierazione del mercato ortofrutticolo, a cui oltre 6 mila aziende agricole si possono rivolgere per la vendita diretta dei loro prodotti. Ai rappresentanti del Pd dico che dovrebbero utilizzare meglio le informazioni a loro disposizione evitando di predicare bene (quando sono all’opposizione) e razzolare male (quando sono al governo)”.