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Pescara, accoglienza migranti: Casa Pound “Un giro d’affari da 23 milioni di euro”

Pescara. E’ ancora polemica sul cambio di destinazione della struttura ‘La Volpe’, che da centro accoglienza per donne e minori vittime di abusi diventerà un centro accoglienza migranti.

La struttura di via Valle Furci, di proprietà del Comune, la cui gestione è affidata alla Caritas dall’agosto 2016, era stata destinata due anni prima ad accogliere donne e minori vittime di maltrattamenti, ospitati dalle Associazioni in forma anonima e protetta.

Dalle fila dell’opposizione si sono sollevate diverse polemiche sull’argomento:

interviene anche Casa Pound, che in una nota stampa tira le somme di quello che viene definito “un giro d’affari da 23 milioni di euro”:

“1114 immigrati stanno per essere smistati in diverse strutture della provincia pescarese”, comunica Mirko Iacomelli, responsabile cittadino di Casa Pound. “Tra queste, l’immobile denominato “La Volpe”, di proprietà del Comune di Pescara, è stato dato in gestione alla Caritas che lo ha candidato all’accoglienza di presunti profughi, nonostante la destinazione d’uso originaria fosse quella dell’asilo per donne vittime di abusi e maltrattamenti”.

“In particolare, in mezzo ai nomi degli enti e delle associazioni che si sono proposte per accogliere i 1114 immigrati in alcune strutture dislocate tra Pescara, Pianella, Manoppello, Turrivalignani, Penne, Alanno, Loreto Aprutino e Cepagatti, spicca quello della Caritas, che ha indicato l’immobile ‘La Volpe’ di via Villa Furci come idoneo alla ricezione”.

“Si tratta di una struttura comunale affidata all’Ong cattolica e successivamente ‘subappaltata’ nella noncuranza della destinazione ufficiale, quella del ricovero per donne vittime di abusi e del disagio sociale, da sole o con i propri figli”.

“Mentre il sindaco Alessandrini è sempre piu succube della visione immigrazionista di esponenti di partitucoli come Sinistra Italiana, la Caritas si appropria ‘pro domo sua’ de ‘La Volpe’ versando al Comune un obolo di 12mila euro annui, bruscolini se si pensa al giro d’affari complessivo da 23 milioni di euro per i 305 giorni d’accoglienza dei 1114 immigrati”.

“In risposta alle lecite critiche mosse dall’opinione pubblica, monsignor Valentinetti in persona ha esortato a non ascoltare chi ‘parla alla pancia della persone’ lanciando accuse contro la sua Caritas. Il dubbio, legittimo, è quello che il c.d. ente caritatevole faccia troppo spesso i suoi interessi, allontanandosi dalla sua missione e preferendo gli immigrati agli italiani”.

“La forza motrice che spinge associazioni ed enti a intraprendere l’attività dell’accoglienza è il guadagno, non certo quella filantropia tanto sbandierata”.