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Teramo, crisi nel Pd: la Di Pasquale dice no al commissario Mariani

Una posizione che la vede in netto contrasto contro il suo partito che, nello scegliere il commissario per la segreteria comunale, ha ribadito la necessità di unitarietà contro gli eccessivi personalismi.

Manola Di Pasquale non approva la scelta fatta dal segretario provinciale del Pd, Gabriele Minosse che ha affidato al capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani, il compito di traghettare il partito verso le elezioni del nuovo segretario teramano.

Una scelta che evidentemente cozza contro la ormai non più celata volontà di parte del partito cui fa riferimento lo stesso Mariani di sostenere Giovanni Cavallari come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative teramane, in contrapposizione con il gruppo “Per il Pd”, che vede oltre alla Di Pasquale anche la presenza dell’assessore regionale Dino Pepe e il consigliere regionale Luciano Monticelli.

“Tre anni fa”, scrive in un post sul proprio profilo Facebook la Di Pasquale, “il Partito Democratico di Teramo ha impegnato risorse umane, e dirigenti per affrontare una difficile campagna elettorale contro un centro destra forte perché espressione, nella sola città di Teramo, di un presidente regionale, quattro assessori regionali, un deputato. POCHI hanno voluto METTERCI LA FACCIA, candidarsi a sindaco e nelle liste del partito democratico, alcuni lo hanno fatto nella convinzione che era necessario affrontare la competizione elettorale nell’interesse della città, dei nostri iscritti ed elettori. Lo abbiamo fatto con grande impegno, convinzione ed entusiasmo e anche con tanto affetto e rispetto verso il partito e la città. Oggi il Partito Democratico regionale e provinciale ci ripaga con un commissariamento imposto, senza discussione e condivisione; ha deciso senza alcuna reale motivazione politica di buttare via un patrimonio di professionalità e di progettualità; di buttare via tutti i tesserati che sino ad oggi ci hanno messo la faccia...”.

Un Pd, dunque, che, dopo anche la fuoriuscita del capogruppo in Consiglio comunale, Gianguido D’Alberto, ora possibile candidato sindaco di una civica, insieme ad altri tre consiglieri, vede aumentare le fratture al proprio interno.