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Pescara, casa per studenti: variante abusiva? Progetto in Consiglio comnuale

Pescara. Approvato dalla commissione Gestione del territorio il progetto definitivo per la cosiddetta casa dello studente, costruzione di natura privata destinata a diventare il nuovo dormitorio degli universitari fuori sede. Ma l’opposizione si scaglia contro una variante “abusiva” del progetto, che aumenterebbe illecitamente le dimensioni dell’edificio di via Comunale Piana.

Fallita l’opera pubblica, il Comune si affida a quella privata. Bloccato da anni il cantiere per la casa dello studente che l’Ater aveva progettato in via Benedetto Croce, l’amministrazione Mascia ha giocato la carta dell’accordo di progetto per dotare la città universitaria di una residenza dedicata agli 8800 studenti fuori sede della D’Annunzio. Un Piano urbanistico esecutivo stipulato con la società Spazio srl accordava la realizzazione di una palazzina di cinque piani in via Comunale Piana, in cambio della realizzazione di un percorso verde per collegare la residenza con via Einaudi, quindi con la zona dell’università, con l’ampliamento di quest’ultima e il potenziamento dei sottoservizi. Un’opera “a costo zero” per il Comune, che oggi ha visto l’ultimo parere positivo della commissione consiliare Gestione del territorio, prima di passare all’esame del Consiglio comunale, previsto per lunedì. Il dibattito odierno verte su una variante al progetto iniziale per realizzare, all’ultimo piano del fabbricato,  una mensa-area ristoro.

Secondo l’opposizione, la modifica tende a portare l’attuale superficie utile di 1.976 mq a  2.617 mq, un aumento di 641 mq che equivale al 32%: “Un evidente vantaggio economico per il soggetto privato in assenza di alcun corrispettivo nei confronti dell’ente comunale”, sostiene il vice capogruppo Pd Enzo Del Vecchio. “Un abuso normativo che snatura gli indirizzi urbanistici e favorisce il lucro dei soggetti privati” gli fanno eco i consiglieri Sulpizio, D’Angelo e Bruno”; i quattro ritengono che la variante urbanistica si possa attuare solo nell’ipotesi eccezionale finalizzata all’individuazione di aree da destinare all’insediamento di impianti produttivi, quando lo strumento urbanistico non individui aree destinate all’insediamento di tali impianti o non vi siano spazi sufficienti al progetto presentato. In questo caso, invece, “si autorizza un recupero di spazi all’interno della struttura con aumento degli indici e standard urbanistici”, precisano i consiglieri d’opposizione.

Ulteriori critiche, all’interno del mondo studentesco, sono rivolte sulla natura dell’ostello: stanze e servizi dedicate agli universitari, sì, ma sempre di proprietà privata, senza nessuna garanzia per un contenimento dei costi d’affitto, e tantomeno opportunamente collegata da mezzi pubblici con le sedi delle Facoltà o della mensa di via Marconi. Insomma: attualmente, solo un altro palazzo da affittare.

Il progetto. Una palazzina di cinque piani con 90 posti letto complessivi, oltre a un sottotetto da destinare a depositi, locali tecnologici e terrazzi . Nella hall al pianoterra sono state individuate zone di ricezione e servizi; al primo piano saranno collocati appartamenti bilocali, e nei piani superiori posti alloggio in camera doppia o singola. Tutte le camere saranno composte di ingresso/disimpegno, guardaroba, servizio igienico, camera da letto con zona studio, e balconi perimetrali. Inoltre al primo piano saranno localizzati anche l’area ricreativa e di studio, e zone ristoro saranno dislocate su tutti i piani abitativi. Nella palazzina è previsto un piano interrato da adibire a parcheggio, con un posto auto per ogni posto letto, oltre ad altri 1.800 metri quadrati di parcheggio privato e 300 metri quadrati di parcheggio pubblico.

 

Le precisazioni di Longhi: “non è una casa dello studente”. A seguito dell’approvazione della variante urbanistica, che permetterà l’ampliamento della struttura in corso di realizzazione da parte della Fineco Leasing in Strada Comunale Piana, destinata a residenzialità privata (anche se studentesca), e degli odierni articoli di stampa, paiono doverose alcune precisazioni. Non è, tuttavia, mia intenzione entrare nel merito delle polemiche del consiglio comunale, e quindi sulle problematiche tecniche evidenziate dalla minoranza”. Lo ha dichiarato Emilio Longhi, Rappresentante degli studenti nel Cda dell’Adsu Chieti-Pescara.
“Nel dibattito di questi giorni, si continua a parlare – spiega Longhi – dell’edificio in questione, come di una “casa dello studente”. Non è così. La casa dello studente è, infatti, un edificio pubblico, gestito dall’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario (Adsu), che permette di dare alloggi a studenti universitari in possesso di precisi requisiti di reddito e merito, contribuendo a garantire la possibilità di intraprendere un percorso di studi, anche a chi non potrebbe sostenerlo per motivi economici. Quella che, da circa tre anni (suscitando analoghe polemiche all’atto della presentazione), ci viene propinata con la solita tecnica degli annunci spot dall’amministrazione Mascia, oltre che dall’azienda costruttrice, è invece un albergo per studenti, sulla scia del Villaggio Mediterraneo di Chieti Scalo, che però, ci si guarda bene dal definire tale. Gli studenti potranno infatti affittare liberamente gli appartamenti, non ci saranno graduatorie di assegnazione, ed anche i prezzi non saranno assolutamente simili a quelli di una casa dello studente pubblica. Non esiste inoltre, al momento, qualsiasi convenzione con enti pubblici, come l’ Adsu, che potrebbe indurre in errore chi continua a confondere le questioni , e magari illudere, tanti giovani studenti dell’Università D’Annunzio. Per questo, qualsiasi paragone con lo “scheletro” presente in via Benedetto Croce, luogo di un sit-in di associazioni e studenti non più di 20 giorni fa, e bloccato per via di un contenzioso, è inadeguato, oltre che fuorviante. In questo caso, infatti, si tratta di un edificio la cui gestione è prevista in capo all’Adsu, oltre che di totale proprietà pubblica.
Citando Nanni Moretti nel celebre “Palombella Rossa” si potrebbe dire che: “Le parole sono importanti”. Ancor più importanti se consideriamo i tagli cui viene sottoposto il Diritto Allo Studio, sia nazionalmente che regionalmente, e che rendono impossibile soddisfare la richiesta di alloggi e borse di studio, aprendo quindi la strada ad iniziative private che nessuno demonizza, ma che sono altra cosa”.
Longhi da “studente, oltre che da rappresentante, mi piacerebbe vedere la stessa “caparbietà” messa in luce in commissione comunale dalla maggioranza per far approvare la variante, magari per aprire finalmente un discorso sulla situazione degli universitari a Pescara, piuttosto che per fare “massa critica” e sedersi ad un tavolo con Adsu, Ater e Regione Abruzzo per ridiscutere la questione della casa dello studente (vera) di via Benedetto Croce, o interrogarsi sul ruolo che l’Università può avere nel futuro di questa città”.

 

Daniele Galli