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Chieti, raccolta dei tartufi nel Parco della Maiella: Fagnilli presenta un ordine del giorno

Chieti. Presentato un ordine del giorno in Provincia di Chieti dal consigliere Palmerino Fagnilli per permettere di nuovo la raccolta di tartufi nel Parco Nazionale della Maiella a sostegno dei redditi dei cittadini colpiti dalla gravissima crisi economica.

“È arrivato giugno – afferma Fagnilli – e finalmente si aprirà la stagione della raccolta del tartufo nero estivo. Questo inverno è nevicato tanto e in questi giorni sta piovendo. Nell’ambiente si sostiene che di tartufo quest’anno ce ne dovrebbe essere. L’arrivo della raccolta dello scorzone, segna anche l’inizio della buona stagione: il risveglio della terra, con i suoi frutti migliori e i suoi profumi più intensi. All’aspetto bucolico, quest’anno di crisi economica acuta, si lega e si mescola, anche il forte bisogno di guadagno di qualche euro per sbarcare il lunario. L’inizio della stagione di caccia al tartufo nero rappresenta anche questo. Più che mai vero, quello che per anni si è andato ripetendo, e cioè che il nostro ambiente è , e può essere, volano, strumento di sostegno, integrazione e possibilità di reddito per il territorio. Per la verità, in questa particolare fase della crisi economica mondiale, più che integrazione, la raccolta di tartufi rappresenta per molti, unica e sola, possibilità di procurarsi un reddito. Si riscopre quindi con fierezza l’appartenenza al territorio, declinata come possibilità manifesta di trarre fonte di vita vera, al di là di produzioni reificate e reificanti, sottoposte alle leggi mercato globalizzato. Il 2012, quindi, dovrebbe essere un anno speciale per il tartufo: che c’è. Ma c’è, anche un però. La raccolta del tartufo nero estivo o scorzone non sarà consentita all’interno del Parco Nazionale della Majella. In seguito ad un provvedimento del Tar Abruzzo, che provocando la revoca della Delibera del Parco circa le Disposizioni per la ricerca e la raccolta dei tartufi all’interno del suo perimetro, (Delib. Commissariale n.14 del 24- 12-2010), si riespande il contenuto del divieto di carattere generale di cui all’art. 11, comma 3, lettera a, con conseguente divieto su tutto il territorio del Parco Nazionale della Majella di raccolta e danneggiamento delle specie vegetali, (Delib. Commissariale n.9 del 24-10-2011). In sintesi, la raccolta del tartufo non potrà essere autorizzata e quindi praticata su tutto il territorio del PNM. Ovvio, ne risentiranno gli ormai tipici succulenti piatti abruzzesi al tartufo, apprezzati anche da Obama durante il G8, ma quello che spiace, ed è forse più triste, è che ne risentiranno anche i raccoglitori che, attraverso la raccolta del tartufo, sostengono il reddito delle loro famiglie. Quindi è necessario intervenire subito per rimuovere gli ostacoli di ogni ordine, che, limitando la raccolta dei tartufi, impediscono di fatto la possibilità di interpretare il territorio del Parco come fonte di sostegno delle esigenze della vita: ossia campare con la propria fatica e la propria terra. In altri termini, anche governance, per ristabilire il trait d’union Parco cittadini, disegnando i confini del nuovo modello economico per una decrescita felice per l’homo oeconomicus natura. Questa la richiesta, sostenuta e contenuta, nell’ordine del giorno presentato in Provincia di Chieti dal consigliere Palmerino Fagnilli, per rispondere alla crisi economica amando un territorio in cui Clemente Di Leo, poeta di Colledimacine, ne La contea dei ginepri ricordava che devi spaccare la scorza delle querce con un pugno, tanto è la forza per poterci vivere”.