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Celano, processo per la morte di Zaurrini: Bracco invoca giustizia

Celano. Il consigliere regionale di Sinistra italiana Leandro Bracco chiede alla magistratura di pronunciarsi sul caso della morte del 15enne Marco Zaurrini, investito a Celano, due anni fa.

“Piena solidarietà a una famiglia che piange la morte di un ragazzino di 15 anni e che oggi soffre davanti a una giustizia che dà l’impressione di essere cieca.

Marco Zaurrini di Celano, è scomparso il 15 maggio di due anni fa, investito e ucciso da un compaesano che aveva assunto due droghe differenti e che era ubriaco. Era alla guida di un’auto che non era sua perché lui non avrebbe nemmeno potuto guidare in quanto aveva la patente revocata. Procedeva a una velocità non consentita su quella strada. Dopo l’investimento ha lasciato il 15enne sull’asfalto ed è tornato a casa come se nulla fosse accaduto”.

Con queste parole Leandro Bracco, Consigliere regionale di Sinistra Italiana, interviene su una notizia trapelata poche ore fa che sta suscitando l’indignazione di un’intera comunità.

“Rossella e Giuseppe sono i genitori di Marco e hanno un altro figlio, Simone. Da due anni aspettano giustizia. Il processo è in corso. Si attende la decisione del presidente del tribunale di Avezzano sul patteggiamento richiesto dagli avvocati.

Nel frattempo, Luigi Antidormi, 34enne di Celano, che ha alle spalle una lunga lista di reati precedenti a quella maledetta notte di maggio del 2015, ha continuato a delinquere.

Ogni volta – continua Bracco – per sua fortuna, solo una denuncia. Ogni volta, dopo un furto, dopo un altro, dopo la violazione della sorveglianza speciale che gli impone di rimanere nel territorio del Comune di Celano e addirittura dopo un accoltellamento, Antidormi è sempre tornato libero. A casa.

Tutto sotto gli occhi della famiglia Zaurrini, appesa alla speranza di vedere assicurato alla giustizia chi ha ucciso il proprio figlio. Antidormi è un uomo che continua a collezionare denunce – precisa Bracco –  Fino all’altra sera, quando i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo lo hanno trovato a Magliano de’ Marsi, luogo in cui non poteva stare perché la sorveglianza speciale gli impone di non uscire da Celano”.

“Quella stessa sorveglianza speciale per la quale i carabinieri della compagnia di Avezzano hanno scritto decine di volte al Tribunale dell’Aquila per richiedere delle prescrizioni che ne limitino la libertà personale considerata la sua attitudine a delinquere e anche la pericolosità sociale.

Antidormi, per la prima volta, dopo due anni, ha passato una notte in carcere – afferma il Consigliere Bracco – e i genitori di Marco hanno pensato che magari, questa volta, il tribunale avesse preso in mano la situazione. Dopo molte denunce era scattato un arresto.

Hanno pensato che magari, per la prima volta, qualcuno avrebbe capito che si tratta di una persona che in barba alla legge continua a fare quello che vuole. E invece questa mattina è arrivata una doccia fredda. Antidormi è tornato libero. Il giudice ha scritto che ‘non emergono elementi tali da far tenere l’attualità del rischio di recidiva’.

Secondo Bracco Antidormi ha dichiarato: “Ho sbagliato, perché si è sentito male il padre della mia ragazza che vive a Torano e io la stavo accompagnando”. “E così se l’è cavata di nuovo – ribadisce Bracco – Una frase che è piombata come un macigno sulla famiglia Zaurrini”.

“Ad aprile del 2014 Antidormi – sempre secondo il Consigliere di Sinistra Italiana -fu arrestato per furto aggravato di 41 chili di rame. Un mese prima venne arrestato mentre tentava di rubare nello stesso deposito. Per questo precedente patteggiò la pena di 5 mesi e 10 giorni.

A novembre dell’anno prima venne trovato in casa con due quintali di rame e fu arrestato per ricettazione. Aveva con sé anche due pistole revolver che erano risultate provento di furto e rapina. Più di una volta è stato accusato dell’inosservanza dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e del divieto di uscire dalla propria abitazione dalle ore 20 alle 7.

Un’altra denuncia la ebbe a Cocullo, pochi mesi dopo l’investimento di Zaurrini, perché insieme ad un’altra persona stava rubando rame in una centrale. In uno degli ultimi provvedimenti che porta la firma del giudice della sorveglianza speciale del tribunale dell’Aquila si leggeva che Antidormi avrebbe dovuto vivere onestamente, rispettare le leggi, non dare ragione di sospetti e non deve allontanarsi dal Comune di dimora”.

“Una prescrizione che – per Bracco – fu violata anche quando fu trovato a Cerchio mentre era in un bar. E’ stato sotto processo per tentata violenza sessuale e per lesioni. A dicembre dello scorso anno fu portato in ospedale perché aveva avuto una lite ed era stato accoltellato. Era andato a casa di un celanese a richiedere dei soldi e dalle parole si era passati alle botte”.

La richiesta di Leandro Bracco è perentoria: “Due genitori hanno visto la propria serenità sconquassata e stuprata a causa della morte violenta del proprio figlio. Dov’è la giustizia? Dov’è lo Stato? La magistratura ha il dovere di pronunciarsi su questa vicenda. E’ inaccettabile che Antidormi sia a piede libero. Insieme ai familiari del povero Marco Zaurrini sono pronto ad andare a incatenarmi ai cancelli del Quirinale. Bisogna fare questo in Italia per ottenere un briciolo di giustizia?”.