“Basta con i commissariamenti”, si legge nel documento, “servono soluzioni politiche ed iniziative, ascolto e presenza costante da parte di un coordinamento provinciale del partito che sia sostegno e supporto ai gruppi dirigenti locali, come dovrebbe avvenire nei casi simbolo di Teramo e Silvi e dove invece si brandiscono nuovamente commissariamenti o avviene un palese disinteressamento”.
Allargare il gruppo dirigente, rinnovandolo e riqualificandolo, soprattutto dopo la scissione di Articolo 1, appare infatti l’esigenza immediata oltre ad una necessaria riflessione sulle alleanze, elettorali e nel governo degli enti, per troppi casi affrontate senza la necessaria condivisione e coerenza.
“Il Partito Democratico”, continua la nota, “deve innanzitutto tornare ad essere una comunità, accogliente e attiva, dove si aderisce e non ci si affilia per ribadire la fedeltà ad una filiera di potere locale”.
Inoltre appare imprescindibile concentrarsi subito su un “programma funzionale” che serva a rilanciare l’economia, il lavoro e la crescita di Teramo e provincia, investendo sulle sue vocazioni ovvero su turismo, formazione e ricerca, piccola e media impresa e agricoltura. Anche attraverso un’apertura alle migliori competenze locali esterne, per formare e mettere in campo una classe dirigente preparata e attrezzata alle sfide che la competizione tra territori richiede.