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Codici Abruzzo critica il Consorzio Rifiuti del chietino

Chieti. “Dal 2006 c’è tutto un faremo. Noi vogliamo dare un passo diverso alla nostra attività in modo che vada al di fuori dei partiti, vogliamo dare uno scatto ulteriore sotto il profilo sociale. Il nostro passaggio ulteriore è quello di divenire come consumatori, dare l’opportunità di controllare tutto quanto. Non a caso il prossimo passo che stiamo cercando di fare insieme, è la volontà di noi di Codici di andare sul territorio ed intervenire come difensori dei consumatori e non come ricercatori di voti”.

È quello che ha detto il capogruppo di “Casale Futuro” in Consiglio Comunale di Casalincontrada, nonché componente dell’associazione dei consumatori “Codici”, Sergio Montanaro, sul grave problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nel Comprensorio chietino.
“La prima Legge sui rifiuti nella nostra regione – ha aggiunto Rossano Mincone, consigliere del Comune di Torrevecchia Teatina – c’è stata nel 1994 con governatore Del Colle, con la quale si voleva separare il secco dall’umido per evitare di riempire la discarica. Questo è un fattore importante perché in questo caso non si andrebbero a creare delle nuove discariche, ma il rifiuto diventerebbe una risorsa. In tutto questo il danno che si sta creando è a livello di costi nei confronti dei cittadini. La raccolta differenziata la fa il cittadino, ora il cittadino si trova a pagare il servizio di smaltimento, quindi questo si potrebbe evitare. Come responsabilità di amministratori abbiamo quella di gestire. Non è stato realizzato l’impianto di compostaggio che era in programma. Purtroppo, dopo tanti anni, il dirigente regionale parla della cattiva gestione dei nostri Consorzi, tra cui vi è anche quello teatino. Si deve portare la situazione a conoscenza perché ci sono cittadini che pagano, vogliamo sapere che fine hanno fatto quei soldi o come sono stati spesi”.
La discarica di Fara Filiorum Petri è chiusa dal 30 settembre 2008 ed è considerata tra le discariche italiane non a norma. La parte organica viene portata a Lucera (Foggia) con la spesa di 157 euro a tonnellata, trasporto compreso.
“Il problema dei rifiuti nella nostra regione – ha detto il segretario regionale di Codici Abruzzo, Giovanni D’Andrea – sta per esplodere, sta per arrivare ai livelli della città di Napoli. Con il DPR 915 del 1992 il problema è stato affrontato per la prima volta dallo stato italiano. Le Province si sarebbero dovute occupare della gestione dei rifiuti solidi urbani ed i Comuni dello smaltimento, cosa che spesso in Italia non è accaduta. Quindi negli ultimi 30 anni ci sono state diverse omissioni, ritardi, insomma c’è stata la solita frittata all’italiana e chi paga sono sempre i cittadini con le tariffe che aumentano sempre di più”.
I Comuni conferenti sono: Ari, Bucchianico, Canosa Sannita, Casacanditella, Casalincontrada, Creccchio, Fara Filiorum Petri, Francavilla al Mare, Giuliano Teatino, Miglianico, Pretoro, Rapino, Ripa Teatina, Roccamontepiano. San Giovanni Teatino, San Martino S. M., Tollo, Torrevecchia Teatina, Vacri e Villamagna.
Il capogruppo di “Ari Futura”, Marcello Salerno, evidenzia la grave e colpevole responsabilità dei Comuni morosi, sperimentata direttamente sul campo in quanto l’amministrazione nella quale è consigliere risulta, proporzionalmente alla popolazione, tra le più indebitate. “Le amministrazioni morose – ha spiegato Salerno – costituiscono l’origine di un infernale meccanismo nel quale i Comuni accumulano debiti e interessi passivi verso il Consorzio, il Consorzio alimenta debiti e interessi passivi verso Consac, la quale a sua volta è costretta ad indebitarsi verso gli istituti di credito per sostenere i costi aziendali, dando vita ad ulteriori interessi passivi. Una diabolica ed inarrestabile macchina del debito i cui effetti negativi ricadranno inesorabilmente sull’anello più debole della catena, ossia il cittadino onesto contribuente costretto a subire, prima o poi, i costi del risanamento. Uno degli obietti del federalismo fiscale è quello di favorire un controllo più diretto delle risorse pubbliche da parte dei cittadini. La speranza, dunque, è che siano i cittadini stessi a sanzionare e a spazzare via gli amministratori incapaci e inadempienti per evitare che tali situazioni abbiano a ripetersi”.
Francesco Rapino