L’Aquila. “Onore e stima a quei lavoratori che grazie alla propria rettitudine e al fatto di non avere accettato di piegarsi all’arroganza e alla prepotenza di matrice mafiosa, si sono, nel 2014, rivolti alla magistratura e oggi, tramite la loro denuncia, hanno raccolto i frutti del proprio coraggio contribuendo in misura determinante all’arresto di quattro imprenditori legati presumibilmente al clan casertano dei Casalesi”.
“Un colpo durissimo è stato inferto a chi ha fatto e fa della ricostruzione post sisma un business sul quale lucrare – spiega Bracco – Le accuse mosse dai magistrati agli imprenditori sono estremamente gravi: estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il fatto poi che quattro dei nove imprenditori coinvolti nell’operazione siano finiti ai domiciliari è la testimonianza più autentica di quanto l’economia malata e criminale sia penetrata nella carne viva della ricostruzione post 2009.
I quattro “imprenditori” sottoposti agli arresti domiciliari – continua Leandro Bracco – tutti di età compresa fra i 37 e i 41 anni, sarebbero stati protagonisti, verso gli operai, di atteggiamenti di una gravità inaudita: sottomissione fisica e psicologica per via della minaccia costante di licenziamento, allontanamento immediato in caso di proteste e addirittura la redazione obbligatoria di una lettera di dimissioni priva di data che veniva trattenuta dai datori di lavoro.
Come se ciò non bastasse, ai titolari di alcune ditte è stata anche contestata l’emissione di fatture per centinaia di migliaia di euro riguardanti operazioni inesistenti come noleggio fittizio di mezzi e attrezzature ed effettuazione di lavori.
“Un plauso enorme – conclude Bracco – va ai PM David Mancini e Roberta D’Avolio e al Gip Giuseppe Romano Gargarella. Il loro lavoro e i risultati ottenuti dalle indagini che hanno portato avanti con costanza, tenacia e determinazione sono la conferma che le mafie sono un cancro in metastasi da estirpare e che con esse, a differenza di qualche ‘statista’ del passato che affermava che con le medesime bisognasse convivere, bisogna ingaggiare una guerra che va combattuta da tutte le persone perbene e le istituzioni sane della società”.