Stupisce e lascia contrariati che sui principali giornali locali l’iniziativa della Soprintendenza, sollecitata dalle numerose denunce sul caso, venga presentata come l’ennesimo ostacolo burocratico all’attività amministrativa, dando spazio quasi esclusivamente alle rimostranze del sindaco, fautore di tale molto criticabile iniziativa.
Il sistema dei controlli, delle valutazioni di merito, l’argine ad improvvide decisioni locali che aggrediscono un patrimonio culturale ed urbano dei cittadini – si legge nella nota – sarebbe dunque soltanto lungaggine burocratica ed ostacolo ad un asserito quanto indimostrato ‘sviluppo’.
Il dovere d’ufficio di intervenire, soprattutto in presenza di autorevoli sollecitazioni, per accertare il valore storico-artistico ed antropologico dei manufatti storici, essenziali per testimoniare le identità urbane viene denigrato, bollato di strumentalità come se fosse parte di piccole beghe localistiche.
Si comprende, anche da questi episodi, il continuo tentativo, ormai esplicitamente enunciato, anche a livelli decisionali elevati, di ridimensionare ruolo e funzione delle Soprintendenze.
Questo fuoco preventivo sembra volto a condizionare ed influenzare l’istruttoria che si preannuncia, con giudizi sommari e la svalutazione dello stesso bene comunale ridotto, da centro della Francavilla culturale e turistica, tra le poche stazioni attrattive della costa Adriatica nella fase del suo decollo balneare, a sede occasionale di incontri e partite a carte.
Le Sezioni di Pescara e Chieti dell’Associazione Italia Nostra, con l’adesione del Comitato regionale Abruzzo, hanno promosso un appello “per la difesa dell’importante testimonianza urbana, sulla quale intervenire con un progetto, anche innovativo, per restituire funzioni e significati spaziali all’organismo, quale fulcro di una diversa politica del turismo, della cultura, della riorganizzazione urbanistica cittadina.
Ad esso hanno aderito personalità della cultura e del mondo accademico, storici, antropologi, architetti, urbanisti, cittadini singoli e rappresentanti di importanti associazioni, dalla Regione e da tutt’Italia.
Essi si aspettano che i lavori di valutazione si svolgano senza la pressione invadente dei poteri locali (già schierati contro il rinnovo dell’edificio), sulla base della documentazione dei fatti storici presenti nelle carte e nella memoria cittadina e sul ruolo che questo edificio razionalista, simbolo della ricostruzione post-bellica, ha svolto e svolge nella città.
Ci auguriamo – è l’invito finale di Italia Nostra – che la stampa registri queste aspettative almeno quanto l’insofferenza dei proponenti l’improvvido abbattimento”.