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L’Aquila, vertenza Transcom: l’azienda ricorre in appello

L’Aquila. “Tutti sanno che abbiamo agito in base ad accordi sindacali. Comunque, adiremo le vie legali per ribaltare la sentenza del Tribunale dell’Aquila. Certo, fatti come questi non incentivano le aziende ad investire su questo territorio”.

Così i vertici della Transcom commentano il provvedimento del Tribunale de L’Aquila che ieri ha disposto il reintegro di 54 lavoratori ed il conseguente risarcimento delle 15 mensilità e del danno complessivo (per una somma totale che si aggira attorno al milione e mezzo di euro).

All’indomani della sentenza, la società che gestisce i call center aquilani ribadisce con serenità di aver gestito la procedura di mobilità nel pieno rispetto delle regole e, soprattutto, delle esigenze delle persone.

“La procedura di mobilità” spiega in una nota “è stata chiusa con un accordo sottoscritto dal Ministero del lavoro e dalle Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. In questo accordo le Parti hanno condiviso le ragioni che hanno imposto l’avvio della procedura ed hanno attivato tutte le misure necessarie per privilegiare le scelte volontarie dei lavoratori e per garantire a tutti, comunque, una diversa soluzione occupazionale. Siamo certi che il provvedimento del Tribunale de L’Aquila possa essere ribaltato in appello o, se necessario, in Corte di Cassazione. Procederemo, pertanto, con tutti gli adempimenti necessari appena verranno depositate le motivazioni. Per il momento, possiamo solo rilevare che decisioni come questa rappresentano un serio limite per l’attrazione di nuovi investimenti sul territorio nazionale, se è vero che anche in presenza di un accordo sindacale si arriva a mettere in discussione un piano di ristrutturazione necessario a garantire la continuità dell’impresa”.

 

La nota inviata dai lavoratori. A giugno 2009, mentre eravamo tutti sfollati nelle tende o negli alberghi della costa, ricevevemmo un sms col quale ci si comunicava che era avviata la procedura di licenziamento. Oltre il terremoto, le case distrutte e parenti ed amici persi in quella terribile disgrazia, ci vedemmo costretti a fare i conti con un’azienda che, incurante di tutto, ci sbatteva fuori dopo 10 anni di lavoro! Nessuno di noi dimentica le manifestazioni, i cortei, le assemblee, le riunioni, gli incontri al Ministero per lo Sviluppo Economico svolte nell’estate 2009. Eravamo terremotati ma, scherzo del destino in un momento difficilissimo per noi e per le nostre famiglie, dovevamo combattere per mantenere l’unica cosa che ci avrebbe permesso di restare all’Aquila cioè: la difesa del posto di lavoro. In quelle settimane convulse un solo sindacato criticò apertamente le scelte aziendali e sostenne l’illegittimità dei licenziamenti. Quel sindacato è l’Ugl! Un solo sindacalista, mostrando coerenza e determinazione, non si rassegnò a quanto, “sopra le macerie”, stava accadendo; quel sindacalista è Piero Peretti. Noi ci siamo fidati della Ugl e di Piero Peretti e, sebbene scherniti e persino ridicolizzati da esponenti di altri sindacati, abbiamo raggiunto lo splendido risultato di ieri che inorgoglisce tutta la cittadinanza aquilana. Gli aquilani terremotati non si licenziano! Due sono gli artefici di questo splendido regalo di Natale: Piero Peretti, splendido sindacalista e caparbio aquilano e l’avvocato della UGL Alessandra Dundee che ha controbattuto e vinto contro il pool di luminari messo in campo da Transcom. Leggiamo che faranno ricorso in Corte D’Appello, intanto sono condannati e pagassero il maxirisarcimento…al resto ci pensiamo dopo! Buon Natale L’Aquila!

I licenziati ingiustamente da Transcom