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Milleproroghe, marcia indietro sugli autobus low cost

Alcuni senatori avrebbero tentato di bloccare i servizi low cost di FlixBus tramite un emendamento inserito nel decreto “Milleproroghe”, ma il governo si è impegnato a cancellare le norme incriminate.

La liberalizzazione del servizio di trasporto via autobus, avvenuta alcuni anni fa, ha permesso la nascita anche nel nostro paese delle cosiddette linee low cost, che spesso permettono sensibili risparmi sul prezzo del biglietto. Il principale operatore del settore è FlixBus, una piattaforma online che in realtà non possiede alcun autobus e per garantire il servizio di trasporto si appoggia a dei fornitori esterni.

Alla luce di questo stato di fatto, l’emendamento al decreto Milleproroghe che esclude dalla possibilità di ottenere le necessarie autorizzazioni, tutte le aziende la cui principale attività sia diversa dallo svolgimento diretto del servizio di trasporto su strada, è stato da molti interpretato come un tentativo di impedire a FlixBus di continuare ad operare sul mercato del trasporto via autobus.

L’emendamento, firmato dai senatori Lucio Tarquinio, Francesco Bruni, Luigi Perone e Luigi D’Ambrosio Lettieri, è stato approvato in commissione e quindi inserito nel Milleproroghe con lo scopo di aumentare la trasparenza nel rilascio delle autorizzazioni, a garanzia della qualità del servizio e della concorrenza, ma va detto che lo stesso relatore del decreto, Andrea Mazziotti, l’ha definito “una gravissima forzatura”.

Forzatura alla quale sembrerebbe ora che il Parlamento stia tentando di porre rimedio. “Durante la votazione finale per la conversione in legge del decreto Milleproroghe è stato approvato un mio ordine del giorno che impegna il Governo a sopprimere, con il primo provvedimento utile, le disposizioni contro Flixbus introdotte durante l’esame del provvedimento in Senato”. A parlare è il deputato Sergio Boccadutri, che prosegue: “L’approvazione di queste norme è stato un grave errore, a cui il Governo si è prontamente impegnato a rimediare quanto prima, anche per non incorrere nel rischio di una procedura di infrazione europea oppure una censura da parte della Corte Costituzionale”.

Tutto è bene quel che finisce bene? Apparentemente si, anche se resta inspiegabile la ragione per cui sia stato approvato l’inserimento nel Milleproroghe delle norme incriminate e soprattutto resta il dubbio su cosa sarebbe accaduto se l’emendamento fosse passato inosservato.