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L’Aquila, una vasca contro le piene dell’Aterno. La denuncia di Tinari

L’Aquila. “Gli aquilani tirino tranquillamente le loro conclusioni”. Sono le parole di Roberto Tinari, consigliere comunale dell’Aquila, che contesta il progetto, definito “faraonico”, che il commissario delegato per il risanamento del bacino del fiume Aterno-Pescara, Goio, ha illustrato ieri e che interessa il territorio aquilano nella piana di Coppito, San Vittorino, Pettino e Cansatessa.

“Si tratta di un invaso in cui verranno impiegati circa 15.000 metri cubi di cemento armato e di un cordolo alto 6 metri” spiega meglio Tinari, “che dovrebbe contenere le acque dell’Aterno in caso di piene e invadere 105 ettari di terreno agricolo”.

Stando a quanto dichiarato dal consigliere, la vasca avrebbe un capacità di circa 1.300.000 metri cubi d’acqua e dovrebbe essere costruita per la messa in sicurezza della città dell’Aquila. L’intervento costa 60 milioni di euro.

“Premesso che siamo tutti d’accordo sulla messa in sicurezza della città” lamenta Tinari, “ma credo che nessuno (e dico nessuno) deve venire ad insegnare a ingegneri idraulici aquilani del calibro dei professori Martella e Iorio di come certi lavori si debbano fare. La vasca innanzitutto è insufficente a contenere le acque di piena, considerato che in occasione dell’alluvione del novembre 2010 sono transitati circa 15 milioni di metri cubi d’acqua e le vasche ne conterrebbero solo poco più di un milione. Pertanto, i danni non solo non sarebbero limitati, ma verrebbero aggravati. Il professor Martella, insieme ad altri tecnici aquilani, ha eleborato un progetto di messa in sicurezza dell’Aquila che ha maggior garanzie. Prevede peraltro anche un risparmio di 30 milioni di euro, che potrebbero essere destinati ad altre e ben più utili opere. Vi è di più. Il progetto elaborato dai tecnici aquilani metterebbe in sicurezza dalle esondazione tutto il tratto del fiume Aterno dalle sorgenti alla foce e non una piccola parte, come nel caso del progetto Goio. Gli Aquilani tirino tranquillamente le loro conclusioni”.