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Pescara, migliaia di studenti in piazza contro la crisi, per una politica più attenta ai giovani

Pescara. Hanno risposto all’appello degli ‘indignados’ newyorchesi e sono scesi in piazza a migliaia. Nella giornata internazionale della mobilitazione studentesca, i ragazzi delle scuole superiori di Pescara e provincia hanno lasciato la aule per radunarsi a piazza Salotto e affollare le strade della città con un corteo rumoroso e variopinto.

Gli studenti pescaresi non credono nelle capacità politiche del governo Monti e reclamano a voce alta “una risposta alla crisi diversa da quella che oggi ci propongono”. Gli striscioni esposti e gli slogan urlati al megafono nel corso del corteo sono l’indice dell’insofferenza crescente dei giovani nei confronti della classe dirigente nazionale e del mondo dell’alta finanza. Ma non mancano riferimenti ai tanti problemi che si trovano ad affrontare a livello locale poiché, come ripetono gli organizzatori della manifestazione, Pescara “non è una città a misura di giovani”.

“Anche tu, indignati prima che sia troppo tardi!”, è la frase ripetuta sui volantini distribuiti dal collettivo studentesco pescarese che ha organizzato la protesta. Una protesta riuscita e partecipata, che ha raccolto migliaia di adesioni, da parte delle associazioni e dei gruppi giovanili, ma anche delle organizzazioni politiche giovanili di centrosinistra. A sfilare lungo le strade della città, infatti, c’erano oltre un migliaio di studenti, provenienti dalle scuole superiori cittadine, ma anche da Montesilvano, Penne, Francavilla, Atri e Lanciano. Oltre duemila secondo gli organizzatori e mille secondo le forze di polizia che hanno scortato i ragazzi dal centro a Porta Nuova, fino all’arrivo a piazza Italia, sotto la sede del Comune e della Provincia. Ad accompagnare il serpentone anche le bandiere del sindacato dei Cobas e un gruppo di lavoratori precari.

“Siamo studenti e quindi siamo il futuro di questo Paese”, hanno spiegato gli indignati pescaresi, “reclamiamo una società diversa, che investa sui beni comuni, sull’istruzione, sulla sanità e sulla giustizia sociale. Vogliamo che sia il mondo dell’alta finanza a pagare la crisi che ha provocato e che a subirne lo scotto non siano sempre le giovani generazioni e le fasce più deboli”. E’ per questo che davanti alla sede di Banca Italia, su corso Vittorio, i ragazzi hanno inscenato un’azione dimostrativa, rispedendo al mittente la lettera del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, in cui si propongono “ricette economiche antitetiche rispetto a quelle da noi volute”.

In ambito locale, invece, le richieste degli studenti si focalizzano su tre punti: attivazione degli autobus notturni per permettere a chi non ha l’auto di raggiungere i luoghi del divertimento della movida pescarese, più sale studio e un centro aggregativo dove organizzare mostre, concerti e discussioni. Nel corso della mattinata le proposte sono state protocollate e consegnate al vicesindaco di Pescara Berardino Fiorilli da una delegazione di studenti, mentre i malumori per le cattive condizioni delle sedi scolastiche sono stati sottoposti all’assessore all’Edilizia scolastica della Provincia Fabrizio Rapposelli. Da entrambi è arrivato l’impegno verbale a venire incontro alle esigenze dei giovani e la promessa di una politica “più attenta alle esigenze degli studenti”. Resta, al momento, l’attesa affinché alle parole possano a breve seguire i fatti.