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Chieti, Di Gregorio parla del caso Vecchiolla

Chieti. Questa mattina il consigliere del Comune di Chieti di Federazione della Sinistra, Riccardo Di Gregorio, ha parlato degli accadimenti avvenuti a Chieti in seguito alla manifestazione tenutasi a Roma lo scorso 15 ottobre, culminati con il processo al 23enne universitario Leoneardo Vecchiolla.

“Non sono un avvocato (purtroppo) – ha affermato Di Gregorio – e non devo prendere le parti di nessuno. Il punto è il clima di tensione fomentato dagli organi di informazione nazionali e locali, questo quando non si hanno ancora le prove certe dell’assalto al blindato. C’è la non competenza del Tribunale di Chieti, infatti i documenti sono passati a Roma. Alcuni studenti mi hanno riferito di una perquisizione avvenuta il 15 ottobre, nello stesso pomeriggio della manifestazione e dell’arresto di Vecchiolla a Roma, a Chieti Scalo. Questo ha movimentato anche l’ambiente universitario ed è una tegola pesante per la crescita del movimento. Noi siamo garantisti di tutti gli indagati. Con questo ragazzo, ho l’amicizia su facebook e su alcune testate è stato detto che nasce l’amicizia su facebook quando l’amicizia con lui già l’avevo da tempo e non è nata in seguito ai fatti accaduti. Vedere il mio nome accostato a quello del ragazzo arrestato dopo che è stato ritratto come un criminale, significa criminalizzare il mio partito. Noi abbiamo sempre manifestato pacificamente e non ci sono mai stati atti violenti durante le nostre iniziative. Non voglio fare la difesa perchè non faccio l’avvocato, ma vorrei che gli organi di stampa riportassero qualcosa di diverso visto anche quello che è avvenuto in Italia negli anni passati che è molto più grave. L’essere garantisti nei confronti di politici che mandano allo sfascio il paese, che sono indagati e non si fanno neanche un giorno di domiciliari è facile perchè detengono il potere. Invece noi stiamo facendo da garantisti ad un ragazzo di 23 anni che viene accusato e di cui non ci sono le prove e che vive in una città tranquilla. Noi siamo sicuri di una maggiore chiarezza e di un maggiore bilanciamento delle notizie, questo perchè si vuole criminalizzare un partito ed un movimento. Non vogliamo più questi Governi con queste manovre che stringono la cinghia sulle fasce più deboli”.

Francesco Rapino