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Pescara, Manovra al Senato: presidio Cgil davanti Prefettura

Pescara. Come in tutta Italia, anche dinanzi alla Prefettura pescarese la Cgil ha organizzato questo pomeriggio un presidio per protestare contro la manovra finanziaria, in concomitanza della discussione in Senato e del voto che in serata sarà espresso sul maxi-emendamento presentato stamane dal Governo Berlusconi. “Non si ferma la protesta contro la manovra iniqua”, afferma il segretario provinciale Paolo Castellucci.

Mentre l’aula del Senato discute e si prepara al voto sulla manovra finanziaria e sul maxi emendamento presentato questa mattina dal Governo, teso al recupero nei prossimi 3 anni di 15miliardi di euro rispetto al deficit nazionale, la Cgil prosegue la protesta. Dopo la mobilitazione di massa, con le manifestazioni tenutesi ieri nelle piazze di tutto il Paese, oggi pomeriggio migliaia di presidi sono stati organizzati di fronte alle sedi territoriali delle Prefetture. Anche a Pescara, dalle 18:00 alle 20:00, la segretaria provinciale guidata da Paolo Castellucci ha riunito una 40ina di appartenenti alle varie sigle (Spi, Fiom, Filctem), affiancati dai rappresentanti di Abruzzo Social Forum, del Movimento per l’acqua pubblica, del Wwf ed alcuni esponenti dei locali partiti di centrosinistra, per “proseguire la protesta contro una manovra ingiusta e iniqua”, ha dichiarato Castellucci, “non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, che penalizza le categorie più deboli dei lavoratori, dei pensionati e dei disabili”.

 

Oltre alle restrizioni economiche, la Cgil si batte soprattuto per lo stravolgimento dello Statuto dei lavoratori, colpito nell’articolo 18, riguardo  il licenziamento senza giusta causa previo assenzo del sindacato interno alle aziende, ed altri provvedimenti come la possibilità per le fabbriche di “spiare” gli operai con telecamere: “Si torna alle misure feudali”, prosegue il segretario provinciale Cgil, “la nostra protesta non si ferma alla manifestazione di ieri, ma è una mobilitazione permanente che andrà avanti per rigettare queste misure, anche per vie legali: ci rivolgeremo anche alla Corte costituzionale”.

 

Daniele Galli