Elezioni Provincia Teramo: tre liste in corsa

Sono tre le liste in competizione per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Alla chiusura del seggio, alle ore 12, risultano depositate: “La Forza del territorio” 9 candidati presentata da Giovanni Battista Quintiliani; “Direzione Futuro” 6 candidati, presentata da Nicola Salini; “La Casa dei Comuni” 10 candidati, presentata da Manola Di Pasquale.

 

 

 

 

Entro mercoledì 21 dicembre l’ufficio elettorale comunicherà ai delegati l’ammissione delle liste e dei candidati dopo i controlli di rito e in seguito si procederà con il sorteggio per l’ordine delle liste nella scheda elettorale.

 

Entro il 31 dicembre ci sarà la pubblicazione delle liste e dei candidati definitivamente ammessi; si vota l’8 gennaio.

 

 

 

 

Direzione Futuro (in appoggio al candidato presidente Renzo Di Sabatino)

 

Linda Di Francesco

Rinaldo Seca

Erika Di Muzio

Mirko Rossi

Marta Angelini

Adelina Lanci

 

La Casa dei Comuni (appoggio a Renzo Di Sabatino)

 

Giuseppe Cantoro

Vincenzo Di Marco

Ada Di Silvestre

Gabriele Giovannini

Mario Nunges

Manolo Pierannunzio

Piergiorgio Possenti

Mauro Giovanni Scarpantonio

Federica Vasanella

Maurizio Verna

 

 

 

La Forza del Territorio

 

Severino Serrani

Federico Agostinelli

Alberto Covelli

Cristian D’Angelo

Giustino D’Innocenzo

Ambra Foracappa

Antonella Pacifici

Domenico Pavone

Giovanni Tiberii

 

 

 

Il messaggio del presidente uscente. Le elezioni provinciali dell’8 gennaio porteranno al rinnovo del solo Consiglio provinciale mentre il Presidente, sulla base della legge di riforma, la “Delrio”, resta in carica per quattro anni. “Voglio ringraziare tutti i consiglieri uscenti e in particolar modo quelli che non si sono ricandidati, con tutti c’è stato un sincero rapporto di collaborazione non in nome di un’intesa politica ma nell’interesse dei territori e dei cittadini” dichiara Renzo Di Sabatino che aggiunge: “Il popolo italiano ha deciso che le Province restano istituzioni di rango costituzionale. Io ho condiviso l’impostazione della legge Delrio che disegnava un ruolo di coordinamento di area vasta; vedremo come il legislatore affronterà l’esito referendario perché oggi, alla luce di quanto accaduto, l’elezione di secondo livello, senza la partecipazione dei cittadini, pare un po’ surreale”.

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