Lanciano. Ascom Abruzzo:“Nullo l’impegno del Comune di Lanciano per la salvaguardia del Tribunale. Non bastano i comunicati stampa per salvare il presidio giudiziario, serve forte mobilitazione”.
“Quasi nullo l’impegno del Comune, e in particolare dal sindaco Mario Pupillo, per la salvaguardia del tribunale di Lanciano, che rischia di scomparire dalla geografia giuridica nel 2018. A parte ritirare fuori un vecchio documento approvato in Consiglio e scrivere qualche comunicato stampa, non ha messo in campo alcuna azione incisiva. Non si è mosso. Segno che la questione non interessa più di tanto a quest’amministrazione, che segue i dettami di regime”. Così Ascom Abruzzo che, in un documento, ribadisce la necessità di un impegno concreto da parte del Comune a cui chiede forte mobilitazione – che finora non s’è vista – per salvare il tribunale, condannato, tra i tanti, ad essere chiuso a seguito di una scellerata riforma. “Il sindaco di un Comune – dice Ascom – dovrebbe per primo tutelare gli interessi dei propri cittadini e solo successivamente dovrebbe considerare gli ordini che arrivano dall’alto. Un sindaco deve combattere, in ogni maniera, per non far sparire una realtà che significa storia, efficienza, lotta alla criminalità e tutela del territorio e dei suoi abitanti. Un sindaco, – viene aggiunto – anche se non ha il potere di cambiare una legge dello Stato, non può accettare con rassegnazione e a cuor leggero la chiusura del tribunale della città che rappresenta. Perdendo il tribunale si perdono anche le forze dell’ordine, ossia polizia e carabinieri che in esso lavorano. Bisogna evidenziare – sottolinea Ascom – che se ogni volta che vengono le autorità che vogliono far chiudere il tribunale, tutta l’amministrazione fa festa dispensando loro abbracci, sorrisi e aperitivi, queste ultime non capiranno mai il disappunto che hanno creato con la loro scelta a dir poco infelice”
“Parliamo – afferma Ascom – di un tribunale che è il più longevo della provincia di Chieti, che presiede la zona industriale più importante dell’Abruzzo e tra le più importanti del Centro Sud, con migliaia di pratiche e tante cause di lavoro. Che logica ha, poi, chiudere due tribunali – quello di Lanciano e quello di Vasto – e quindi due presidi di giustizia, facendo smobilitare le forze dell’ordine annesse, in un periodo in cui la criminalità nelle nostre zone è aumentata a dismisura? Che senso ha lasciare senza uffici giudiziari, e quindi scoperta, una fetta di territorio che va da Foggia a Chieti per lasciare aperti due tribunali, quelli di Chieti e Pescara, che sono distanti 10 chilometri l’uno dall’altro? Bisogna inoltre considerare – è la conclusione – che il tribunale di Chieti non è in grado di ospitare tutte le Procure della provincia, e tutti gli Ordini forensi. Come mai, tutti, dall’alto, si affrettano a ribadire che il tribunale di Chieti è a norma ed è agibile ed è pronto per accorpare gli altri tribunali, quando gli addetti ai lavori, e non solo, sanno che non è vero?”.