L’Aquila. “Una buona ricostruzione ha bisogno di una seria politica di sinergia tra tutti i soggetti chiamati a realizzarla. Non si cerchi di personalizzarla scaricando le responsabilità. Sarebbe ingiusto e ingeneroso soprattutto nei confronti dei cittadini. La sfida è talmente complessa che bisogna affrontarla con grande umiltà. E’ un compito da far tremare i polsi, per questo serve uno sforzo comune”. Chiodi risponde con puntualità e precisione a tutte gli interrogativi sulla ricostruzione post sisma, intervenendo nel consiglio comunale dell’Aquila. Con il presidente della Regione tutta la governance della ricostruzione: il vice Antonio Cicchetti, ill coordinatore della Struttura tecnica di missione Gaetano Fontana, il provveditore interregionale alle Opere pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna, Donato Carlea e il provveditore aggiunto Giancarlo Santariga.
Il Commissario si sofferma sui rapporti con il Governo rispondendo alle domande sul ruolo del sottosegretario Gianni Letta che definisce “attivo e funzionale, quanto di meglio potesse essere messo a disposizione dal Governo”. Prendendo in prestito una definizione di Berlusconi definisce Letta il “vero Presidente del Consiglio per gli Affari interni” a rimarcare la sua competenza, capacità e grande disponibilità nei confronti del popolo aquilano. Il presidente parla anche del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, evidenziando come, aldilà di forzature mediatiche e sterili polemiche, si tratta di un rapporto tra due persone che hanno compiti istituzionali sia pure diversi in cui, può capitare che l’uno esprima giudizi anche critici sull’operato dell’altro.
Tra i maggiori punti di difficoltà Chiodi mette sul tavolo il ritardo con cui gli enti locali stanno procedendo alla ripianificazione del territorio colpito dal sisma e assicura che “a breve si partirà con le E e poi con la sfida formidabile dei centri storici”. Snocciola una serie di dati sui finanziamenti e traccia un bilancio su quello che è stato fatto a due anni dal terremoto. Chiodi in particolare ricorda la ricostruzione di 83 scuole e il fatto che si sia assicurata la ripresa tempestiva dell’anno scolastico per 17.000 studenti e “garantito un programma di assistenza senza precedenti a più di 50mila persone; evitato che l’università non morisse mantenendo 23mila iscritti; messo in sicurezza 1000 palazzi e chiese di cui il 90 per cento delle strutture vincolate o di pregio, nel centro storico dell’Aquila; aperti 17.000 cantieri nel cratere, sistemato l’ospedale con nuove sale operatorie, un nuovo pronto soccorso pediatrico e un centro di odontoiatria per disabili; terminata la ricostruzione leggera”. Le prime misure poste in essere, come evidenzia il Commissario, hanno riguardato gli indennizzi ai danni per le imprese, compresi quelli per i mancati profitti, per complessivi 87 milioni di euro, tra fondi europei gestiti dalla Regione Abruzzo e risorse messe a disposizione attraverso la dotazione del terremoto. Per sostenere la ripresa economica nei territori colpiti dal sisma previsto uno stanziamento di oltre 170 milioni di euro. Sulla Zona Franca il commissario per la ricostruzione spiega: “siamo in fase di conclusione: prima istituita con una dotazione di 45 milioni, poi salvata dalla cancellazione della manovra dell’anno scorso, poi il raddoppio della dotazione da 45 a 90 milioni Il Governo sta predisponendo le risposte alle osservazioni formulate dalla UE, la quale ha già espresso complessivamente parere favorevole, quindi a breve potrà essere uno strumento operativo. Innanzitutto – aggiunge – , come dimostrato da recenti studi (CRESA) il problema dell’economia aquilana era già drammaticamente presente prima del 6 aprile 2009. Il terremoto ha acuito la tendenza. Per questo la ricostruzione deve rappresentare un’opportunità. Dobbiamo trasformare questa città in una realtà con un forte dinamismo economico affinché resti il capoluogo di regione non solo per riconoscimento burocratico ma per la capacità di attrarre investimenti sul territorio. Perché la ricostruzione sia percepibile dovranno arrivare la zona franca e i cantieri per il centro ma è stato fatto un lavoro enorme fino ad oggi su tutta la parte normativa e sulla progettazione”.
Per quanta riguarda il borsino dei finanziamenti per la ricostruzione e le spese finora compite Chiodi precisa che “il Governo ha stanziato circa 14 miliardi per la ricostruzione in Abruzzo. Sono stati spesi fino a giugno 2011 circa 1 miliardo e 600 milioni di euro, sulle somme accreditate alla contabilità speciale della Stm e della Sge e alla Cassa depositi e prestiti. Questo il dettaglio delle maggiori voci di spesa: il Commissario delegato per la ricostruzione ha trasferito 53 milioni di euro per il ristoro dei danni alle attività produttive, 97 milioni per il pagamento degli alberghi che hanno ospitato gli sfollati, 286 milioni di euro (di cui 234 per il solo Comune dell’Aquila) per le spese emergenziali dei Comuni colpiti. Per la ricostruzione degli edifici privati, il Commissario ha trasferito 115 milioni di euro richiesti dai Comuni (circa 69 per L’Aquila). Per il ripristino degli immobili pubblici sono stati trasferiti 32 milioni al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e 5 milioni all’Ater. A questi si aggiungono 644 milioni spesi sulla iniziale disponibilità di 2 miliardi della Cassa depositi e prestiti. Stanziati oltre 39 milioni di euro in favore dei Comuni del ”cratere” per il ripristino delle sedi municipali e di altri edifici pubblici”.
La ricostruzione de L’Aquila è una sfida difficile per il Governatore Chiodi, “alla quale dobbiamo rispondere con coesione, abbandonando ogni strumentalizzazione di carattere politico, chiamando tutte le forze imprenditoriali, professionali, i cittadini e le parti politiche di ogni colore: io sono disponibile a raccogliere l’invito ad agire con spirito di collaborazione”.
La risposta all’intervento del commissario per la ricostruzione del Consiglio, affidata al presidente Carlo Benedetti, è stata che il paragone non va fatto con altre Regioni europee ma con la capacità produttiva presente in città prima della catastrofe del 6 aprile 2009. Lo stesso Benedetti ha proposto di effettuare una seduta dell’assemblea civica direttamente dove si prendono le decisioni sulla Zfu: a Bruxelles. Cialente, invece, ha attaccato la governance della ricostruzione: “I sindaci sono commissariati su tutta la linea, perà poi tocca a loro confrontarsi con i cittadini su scelte che sono state decise dall’alto”. Il primo cittadino ha aggiunto: “Prima non c’erano le regole sulle case E, adesso ci sono ma la situazione continua a non sbloccarsi”.
Durante il consiglio si è parlato anche di assistenza alla popolazione, mentre il tema della sostituzione edilizia, cioè l’abbattimento e successiva ricostruzione di un edificio danneggiato dal sisma, che l’assemblea civica vorrebbe “liberalizzare” come alternativa alla riparazione degli stabili, proposta in una mozione non e’ stato discusso.