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Pescara, Stadio del Mare: mancava l’ok della Soprintendenza

Pescara. Giorno dopo giorno, l’intricata vicenda dello Stadio del mare si complica. Se il vicesindaco Fiorilli si difende dalle accuse di “cementificazione della spiaggia”, smentendo l’opposizione che grida al “grave disastro ambientale”, il Pd oggi aggiunge un altro capitolo al faldone delle presunte irregolarità messe in atto dall’Amministrazione nella costruzione del villaggio sulla sabbia di piazza Primo maggio: “manca l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza”.

Ieri, in conferenza stampa, consiglieri Pd e Maurizio Acerbo (Rifondazione comunista) avevano elencato tutto ciò che secondo loro era stato normativamente infranto dal Governo cittadino per allestire l’area degli eventi estivi alle spalle della Nave di Cascella. Oggi, Enzo Del Vecchio, vicecapogruppo Pd in Consiglio comunale riapre il fascicolo e aggiunge un altro elemento mancante all’indagine: “Infatti, la Giunta comunale in data 10/11/2010 con la delibera n. 946 approva il progetto definitivo dell’opera che risulta manchevole del più importante elemento necessario e cioè l’autorizzazione paesaggistica che viene rilasciata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici solo il 16/12/2010 prot. n. 16545”, riferisce. In realtà, quindi, l’autorizzazione non mancherebbe, né sarebbe arrivata dopo l’inizio dei lavori, ma comunque dopo che la Giunta avesse deciso per la costruzione dello Stadio.

“E’ una delle tante stranezze della procedura, che oggi si scopre anche viziata da carenza di un parere vincolante ai fini del procedimento, come espressamente prevede il Codice normativo di riferimento, che la Giunta Comunale ha ritenuto di non tenerne conto e che, invece, contiene precise condizioni che risultavano e risultano tutt’ora insuperabili laddove richiede espressamente che sia garantita sempre la visuale libera da Corso Umberto I verso il mare”, sottolinea Del Vecchio, ribadendo come, oltre al cemento già rimosso con ammissione di errore da parte di Fiorilli, il punto cardine della contestazione sia l’ostruzione che lo Stadio provoca verso l’Adriatico. Ancora, Piano demaniale alla mano,

Del Vecchio insiste con la lettura “esterrefatta” della relazione tecnica fatta dai progettisti incaricati, gli architetti Moscatelli e Ferrari, quando nell’esaminare i vincoli in cui si trova l’area richiamano essi stessi il Piano demaniale all’articolo 15 comma 9: “La barriera visiva, costituita da volumi e superfici accessorie coperte non può superare il 25% del fronte concesso” e al comma 9 bis: “Al fine di ristabilire i corridoi di visuale del mare è vietata l’installazione ed il mantenimento di qualsivoglia struttura di ingombro volumetrico e/o comunque barriera visiva in corrispondenza degli slarghi di rotonda Paolucci, piazza I° Maggio, piazzale Le Laudi e di tutte le rotonde esistenti”.

 

“Ed allora, se gli stessi tecnici che hanno redatto il progetto hanno evidenziato quegli elementi di contrasto che non potevano consentire la realizzazione dello Stadio del Mare, come è stato possibile che tutto ciò fosse superato senza che nessuno di quanti preposti alla validazione del progetto abbia osservato alcunché?”, chiede il democratico, “Questi i misteri di una amministrazione che si è dichiarata all’insegna della massima trasparenza ma che ad oggi ne difetta vistosamente”, sentenzia e conclude.

 

I balneari vogliono lo Stadio: “vetrina per la promozione”. È il presidente del Ciba, Riccardo Ciferni, a stroncare la polemica dell’opposizione: “l’intera categoria è stanca a fronte delle sterili strumentalizzazioni politiche che sino a oggi hanno avuto il solo effetto di paralizzare interventi strategici fondamentali per lo sviluppo del territori e per la classe imprenditoriale locale”. Il Presidente del Consorzio italiano balneari dell’Adriatico Ciba Riccardo Ciferni ha ribadito che lo Stadio “va costruito perché ha sempre rappresentato e continua a rappresentare una vetrina di inestimabile valore per la promozione dell’immagine di tutta la città.

 

La smentita di Fiorilli e Antonelli. “Il nulla osta della Soprintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali de L’Aquila per la realizzazione dello Stadio del Mare c’è, è stato acquisito addirittura il 17 dicembre del 2010, con protocollo numero 3071-urb, ed è allegato agli atti progettuali oltre che alla delibera. Ancora una volta il Pd scivola su imprecisioni madornali, macroscopiche, che denotano esclusivamente lo strumentale tentativo di bloccare un’opera voluta dalla maggioranza di governo di centro-destra, ricorrendo anche a errate letture delle documentazioni”. Lo hanno detto gli assessori Fiorilli e Antonelli, smentendo le ultime accuse del Pd :”“Se il buongiorno si vede dal mattino, ci prepariamo a tre mesi di inesattezze con le quali il Pd tenterà in ogni modo di affossare un’opera trasparente, voluta dalla città e che ha l’obiettivo di contribuire al rilancio del territorio”, hanno commentato.

 

Daniele Galli