Pescara. Chiesta la riattivazione delle convenzioni tra Comune e asili nido privati alla riunione della Commissione Vigilanza di questa mattina, convocata a seguito del taglio del fondo destinato agli asili, che ha lasciato a casa molti bambini, in sovrannumero per gli asili comunali.
Il presidente della Commissione Vigilanza, Carlo Masci ha infatti proposto di votare una risoluzione per “impegnare l’assessore delegato a individuare subito le risorse per la riattivazione delle convenzioni’, ma i consiglieri di Pd e Sel hanno chiesto di riconvocare la Commissione per sentire l’assessore Cuzzi, oggi assente seppur convocato.
“Oggi a pagare questa scelta scellerata”, ha aggiunto Guido Cerolini, coordinatore cittadino di Forza Italia, “sono le giovani coppie, che invece vanno aiutate. Per questa ragione chiedo che vengano predisposti emendamenti al bilancio per garantire la disponibilità delle risorse necessarie per riprendere un servizio strategico, e, seppure non ci saranno sostegni dalla Regione, chiedo che sia il Comune ad assumersi l’onere finanziario di tale iniziativa”.
“Ho chiesto alla Commissione comunale Vigilanza di farsi portavoce e promotore di una serie di emendamenti al bilancio di previsione per ripristinare un capitolo di spesa ad hoc, che peraltro avrebbe bisogno di una cifra oscillante tra i 180mila e i 240mila euro l’anno, risorse che il Comune ha”.
Presenti in Commissione Vigilanza anche i titolari dei nidi privati ‘Il Nido degli Angeli’, ‘Totem’, ‘Lullaby’, ‘Il Paese delle Meraviglie’ e ‘L’Albero della Vita’ e due mamme direttamente coinvolte nella problematica, illustrata da Cerolini:
“I 7 nidi d’infanzia comunali non sono riusciti a soddisfare tutte le richieste di iscrizione, dunque lo scorso primo settembre, a fronte di 160 bambini ammessi, 110 sono rimasti in lista d’attesa, ovvero fuori dai nidi, cifra che oggi, dopo due mesi, secondo gli uffici sarebbe scesa a 61 unità, che cambia poco, perché 61 bambini fuori dagli asili sono 122 genitori che soffrono un disagio”.
“Quando dal 2009 al 2016 abbiamo registrato tale fenomeno ci siamo attivati e abbiamo predisposto per anni il progetto ‘Un Nido per tutti’, finanziato con fondi Par-Fsc, ovvero abbiamo offerto alle famiglie, rimaste fuori dai nidi comunali, la possibilità di portare il proprio bambino in un nido privato autorizzato, offrendo la disponibilità di scelta tra 12 strutture, e pagando la stessa retta che avrebbero pagato al nido comunale”.
“A sostenere il pagamento della quota in eccedenza era il Comune stesso, che poi aveva una compartecipazione della Regione”.
“Poi sappiamo che è subentrata la legge regionale e il Comune di Pescara ha ridotto le convenzioni a tre soli nidi accreditati, ovvero tre strutture in regola con la normativa antisismica e sappiamo che proprio nei mesi scorsi la Regione Abruzzo ha liquidato l’ultima somma di oltre 96mila euro peri 23 bambini che hanno usufruito del progetto nell’anno scolastico 2015-2016. Ciò significa che offrendo tale possibilità ai bambini, comunque la Regione ha sempre rimborsato il Comune, che per lo scorso anno, ha affrontato una minima spesa pari a 18mila euro”.
“Oggi la giunta Alessandrini ha cancellato tutte le convenzioni, ha cancellato il servizio e il relativo capitolo di bilancio, ciò significa che i 160 bambini ammessi nei nidi comunali sono entrati, gli altri 110 devono arrangiarsi”.
Alla riunione era presente la funzionaria comunale del Servizio, Enrica Di Paolo, la quale ha ricordato che “la frequenza del nido d’infanzia non è obbligatoria”.
“Non è obbligatoria”, ha detto allora una mamma presente, “ma lo diventa quando una famiglia ha bisogno di supporto perché entrambi i genitori devono lavorare, ma non hanno nonni cui affidare il proprio bambino, e non possono permettersi né il nido privato né la baby sitter. E personalmente quest’anno ho dovuto fare una scelta: non potendo permettere alla mia bambina di completare il suo percorso didattico, ovvero il terzo anno, l’ho iscritta in anticipo alla scuola dell’infanzia, seppur ancora piccola, usufruendo di una possibilità garantita dalla legge”.
“Il paradosso”, ha osservato il presidente Masci, “è che oggi mantenere un bambino in un nido comunale costa al Comune 9mila euro l’anno, mantenerlo in un nido privato costa 4mila euro l’anno, la spesa si dimezza, questo significa che il Comune dovrebbe incentivare le convenzioni con i nidi privati proprio perché meno onerose per l’Ente pubblico”.
“Nel nostro caso, peraltro, garantire a 60 bambini l’accesso a un nido privato avrebbe determinato una spesa tra i 180mila e i 240mila euro per un anno, una spesa irrisoria per l’Ente pubblico se si stabilisce che questo servizio è una priorità, quella somma si trova”.