Pescara, chieste le analisi per il botulino al lago della Riserva dannunziana

lagopinetabotulinoPescara. Botulino si? Botulino no? Alghe o polline? Maggioranza e opposizione giocano al rialzo sul caso del laghetto della Riserva dannunziana, da qualche giorno ricoperto da uno strato cospicuo di materia biancastra. Per il Pd è un nuovo caso di tossina, l’assessore Ricotta rassicura trattarsi di semplice polline di pioppo in accumulo. Nel frattempo nessuno procede con le analisi.

Dalla scorsa settimana, a seguito di un sopralluogo presso la Riserva naturale dannunziana, aleggia il mistero su quello che tutti conoscono come il laghetto dei cigni. I Pd Blasioli e Marchegiani additavano la poltiglia biancastra depositata a sud dello specchio d’acqua ad una nuova formazione di botulino, germi patogeni che si possono essere sviluppati dalle alghe presenti sul fondale in una situazione di anaerobiosi (mancanza di ossigeno), facilitata dalle temperatura elevate. Subito, l’assessore ai Parchi Nicola Ricotta aveva rassicurato: “Ma quale botulino: sono solo pollini di pioppi accumulati a causa di alcuni rami, di prossima rimozione, che ostruivano gli scarichi”.

 

Oggi è andata in onda la terza puntata, durante la seduta della commissione consiliare Vigilanza. Sono stati i consiglieri comunali Pd  Antonio Blasioli, Paola Marchegiani, Camillo D’Angelo e Enzo Del Vecchio a ribadire il dubbio, “tenuto conto che l’odore nauseabondo deriva sicuramente da processi putrefattivi”, su cosa sta realmente accadendo al laghetto dei cigni. I tre democratici si scagliano contro l’assessore: “Le dichiarazioni di Ricotta sono conseguenza di un’attenta analisi da parte dei tecnici o sue semplici supposizioni? E perché, invece di liquidare con tanta dabbenaggine la questione, non si procede ad esaminare l’acqua?” È per avere risposte che  hanno chiesto di effettuare un sopralluogo  al Parco D’Avalos.

 

“È sconcertante notare come l’assessore Ricotta”, hanno dichiarato Blasioli e Marchegiani, “sottovaluti dei segnali tanto allarmanti, specie alla luce di ciò che è accaduto solo due anni fa, quando nello scrigno d’acqua della pineta D’Avalos si verificò una massiccia moria di volatili. Ci auguriamo davvero che la strana melma biancastra che ricopre il laghetto sia semplice polline dei pioppi ma, purtroppo, tutti gli indizi sembrano portare a conclusioni ben più drammatiche. Come si spiega che nel laghetto sono morte carpe e tartarughe? Come si spiega che questo problema, come spiegato dal cittadino Tonino Novembrini, persisteva già da prima che questo fenomeno si verificasse? E, infine, qual è la causa del cattivissimo odore che si sente all’interno della Riserva dannunziana in prossimità del punto a sud del laghetto?”. Insomma, se tre indizi fanno una prova, urge quantomeno un’analisi chimica. “Per questo motivo abbiamo chiesto all’assessore una verifica urgente, magari da parte dell’Arta che, già in passato, attraverso analisi specifiche, era riuscita a scoprire la causa della moria dei volatili, il botulino”, concludono i consiglieri d’opposizione.

 

Daniele Galli


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