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Pescara, stangata sugli impianti sportivi: più cari del 25%

Pescara. Brutte notizie per le società sportive pescaresi: il bilancio di previsione 2011 deliberato dal Comune di Pescara comprende, tra gli altri, anche l’aumento del 25% dei canoni d’uso degli impianti sportivi. Per alcuni un controsenso: nella città da poco insignita del titolo di  Città Europea dello Sport lo “sport per tutti diverrà un’attività per i pochi che se lo possono permettere”.

“Un aggravio insopportabile per le società sportive dilettantistiche”, afferma il consigliere comunale Pd Antonio Blasioli, “Le società incontrano sempre più difficoltà nel reperire finanziamenti, gli Enti locali e le aziende, infatti, hanno ridotto, se non annullato completamente, le contribuzione e le sponsorizzazioni”.

Come accade per altri settori che hanno visto rincari e le conseguenti medesime critiche, dagli aumenti il Comune incasserà cifre aggiuntive di poco conto rispetto all’aumento di scontento che si riscontrerà nella popolazione. La pensa così anche Blasioli: “Si legge nella delibera che ha introdotto questi aumenti, che per effetto dei suddetti aumenti entreranno nelle casse comunali 95.000 euro. E’ una somma irrisoria per il Comune che però metterà in crisi molte società sportive che saranno costrette a ridimensionare l’attività. Per recuperare la  suddetta somma basterebbe eliminare qualche costosa consulenza”. Senza tener conto che all’innalzamento dei canoni non corrisponde un aumento dei servizi, mentre rimane sotto gli occhi di tutti la stato di fatiscenza di alcuni impianti.

Si instaurà, infine, un controsenso: “Pescara è stata da poco insignita del titolo di Città Europea dello Sport. L’acquisizione di questo titolo comporta l’impegno, da parte dell’amministrazione comunale, a promuovere lo sport sul territorio, soprattutto nelle fasce giovanili, agevolando l’utilizzo degli impianti comunali da parte della popolazione. L’aumento dei canoni d’uso con ci sembra in linea con tale principio, ma va nella direzione esattamente opposta”, conclude Blasioli.

Daniele Galli