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Chieti, Referendum Riforma Costituzionale: Di Primio per il No

Chieti. Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, il prossimo 23 luglio sarà ad Arezzo per partecipare alla manifestazione nazionale del Comitato “No, Grazie”, che vede come principale animatrice l’On. Giorgia Meloni, per dire No alle riforme costituzionali, il cui referendum si terrà il prossimo autunno, alla quale hanno già aderito presidenti di Regione, sindaci, consiglieri ed altri amministratori.

 Nella giornata di ieri, il Sindaco Di Primio, fra i promotori del comitato referendario “Libero Comitato d’Abruzzo”, presso la sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo ha presentato, insieme al Vice presidente del Consiglio Regionale, Paolo Gatti, il movimento nato per il No alle riforme costituzionali fondato da amministratori abruzzesi.

 “Quella di Arezzo è la prima manifestazione importante organizzata dal centrodestra, di cui si è fatta promotrice Giorgia Meloni, per dire No alla Riforma Costituzionale voluta da Renzi – ha commentato il Sindaco Di Primio -. I sindaci, che sono la trincea delle istituzioni, se dovesse passare la riforma costituzionale verrebbero estromessi dai processi formativi delle norme, essendo la loro presenza, nel nuovo Senato, assolutamente marginale. Il nuovo Senato, di fatto, diverrebbe la succursale delle Regioni, con una Camera composta da persone nominate dalle segreterie dei partiti e dove chi dovrebbe rappresentare il territorio in realtà è lontanissimo da esso. Per prima cosa – ha proseguito il Sindaco – la riforma, a differenza di quanto, mentendo, dice il Governo, non supera il bicameralismo, ma mortifica solo i territori e consente al segretario di partito di turno di scegliersi il Parlamento e, a scelta, di approvare le leggi a lui ed ai suoi amici gradite. In seconda analisi, la tanto sbandierata semplificazione non sarà raggiunta, perché aumenterebbero i procedimenti legislativi, generando confusione tra le competenze di Camera e Senato, Stato e Regione. Come terzo punto – ha evidenziato il Sindaco – iscriverei la mortificazione della partecipazione popolare. Infatti il Governo e il Presidente del Consiglio parlano di partecipazione soltanto a spot su twitter e facebook ma se dovesse passare tale riforma, la partecipazione sarebbe annullata se si pensa che il numero minimo di persone per presentare una legge di iniziativa popolare passerebbe dagli attuali 50.000 firmatari ai 150.000. Per questo, in particolare, ma anche per le altre ragioni sottese alla nascita dei diversi Comitati del NO, anche animati dai partiti – ha concluso il Sindaco – è necessario far conoscere cosa si cela dietro l’inganno della finta riforma del Governo Renzi: insomma, no convinto al ‘referenzum’ ”.