Comincia così il lungo intervento di Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo Ausiliare della diocesi de L’Aquila e segretario della Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della Cei, che dice la sua sulla questione che sta “monopolizzando” l’opinione pubblica nazionale, e non solo. Da grande comunicatore che è, Mons. D’Ercole si dice preoccupato di fronte allo smarrimento di ragazzi, adolescenti e giovani, “con i quali non sai più come impostare un discorso educativo. Mi preoccupano le famiglie
che si trovano spiazzate nel loro già difficile compito formativo. Certo, sarebbe ingiusto fermarsi semplicemente alle vicende del premier. Il discorso è ben più vasto ed abbraccia un insieme di situazioni che fanno apparire chiaramente il degrado culturale e morale nel quale ci troviamo. Un degrado che qualcuno ritiene come prodromo della caduta della nostra civiltà”.
Secondo Mons. D’Ercole, “la perdita del senso morale, per cui non sai più cosa sia bene e cosa sia male, perché tutto diventa indifferente ed accettabile, porta con sé
la perdita di riferimenti certi. Si ritiene la nostra una società libera e, invece, ci si sente fortemente condizionati. Si finisce per ritenere tutto permesso se fattibile e funzionale al guadagno da conseguire senza troppa fatica, come molti modelli pubblicitari fanno credere. Tanta gioventù, ma non solo la gioventù, viene attratta da miti e paradisi artificiali. Ho avuto modo di incontrare ragazzi e ragazze che, abbagliati da miraggi di un facile successo e guadagno, si sono ritrovati, e forse per sempre, in drammi personali con sconfitte umilianti. Penso anche a quei ragazzi e a quelle ragazze, che si vedono scavalcare da loro coetanei più furbi, solo perché si rifiutano di accettare proposte compiacenti, cedendo a veri ricatti morali. Il risultato è che loro rimangono a piedi, mentre gli altri, più furbi o più disinvolti, hanno svoltato in cerca di successo e notorietà”. Usa un linguaggio giovanile il prelato aquilano e alle domande “vale la pena mettere in pratica gli insegnamenti che voi ci date? Vale la pena essere onesti e coerenti se tutto questo non paga?” risponde senza lasciar spazio ad alcun dubbio: “ci troviamo in una situazione di vera emergenza educativa”. E parte proprio da questo punto fermo la proposta di Mons. D’Ercole: “criticare e lamentarsi di come vanno le cose serve poco e non cambia nulla. Mi pare più utile coalizzare le energie positive e tentare una vera rivoluzione silenziosa del bene. Non riusciremo forse a convincere tutti ed anzi molti giovani e adulti finiranno per lasciarsi incantare dalle pericolose sirene di un edonismo consumista che addormenta le coscienze e spegne la capacità critica. Il tempo è però galantuomo: basta che una minoranza coraggiosa e convinta scelga il bene e cominci a vivere insieme una vita povera e piena di gioia. Il resto seguirà. In altre parole, più che gridare che il mondo va male, scegli di cambiarlo impedendo che sia il mondo a cambiarti. Alla deriva del lassismo etico e morale si risponde non con dichiarazioni e lamenti, bensì con l’eroismo della coerenza. E in questo, cristiani e uomini di buona volontà di ogni fede possono stringere una provvidenziale santa alleanza. Ecco un’opportunità da cogliere e una missione da non disertare. Per quanto mi riguarda: io ci sto!”.