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Lavorare in Abruzzo 2: D’Amico (Pd): assente la provincia di Chieti

Chieti. Lo scorso 10 dicembre, nella sede dell’assessorato regionale al Lavoro ed alla Formazione Professionale si è svolta una importante riunione per l’individuazione delle aree di crisi in cui insistono le aziende che potranno partecipare al bando “Lavorare in Abruzzo 2” finanziato con le risorse del Fondo Sociale Europeo.

A beneficiarne saranno le aziende site nella Valle Peligna, in Val Vibrata e quelle dei comuni del cratere Aquilano. “Nessuna area del Chietino è stata interessata nonostante, in almeno due, l’Ortonese e la Val Sinello di Gissi sarebbero potute essere inserite in virtù delle crisi acclarate e riconosciute del comparto degli idrocarburi e del tessile – abbigliamento”. A sostenerlo è il capogruppo provincia del Pd di Chieti, Camillo D’Amico, che spiega:“Non per alimentare polemiche, ma sarebbe opportuno conoscere il perché dell’assenza della provincia di Chieti sia dal tavolo dell’assessorato regionale che dalla possibilità di partecipare al bando delle nostre imprese site nelle aree di crisi. Una dimenticanza grave che evidenzia, da una parte, la Teramicità del traino della filiera del centro destra al governo e, dall’altra, la scarsa autorevolezza della nostra amministrazione al cospetto delle istituzioni superiori. A poco servono le adunanze della Consulta Provinciale dell’Economia e del Lavoro se poi non si è capaci di cogliere le opportunità che capitano per dare ossigeno alle imprese e concrete speranze ai lavoratori. Per cercare di drenare il preoccupante fenomeno della delocalizzazione produttiva in corso, della crisi occupazionale e di investimenti in atto nella nostra provincia è necessario essere più solerti nell’aggredire sì le cause ma anche produrre iniziative politiche ed istituzionali concrete. La Provincia deve dar corso immediato e senza ulteriori perdite di tempo al concreto avvio delle opere pubbliche cantierabili e recuperare autorevolezza ed iniziativa politica verso le istituzioni superiori per il recupero della credibilità perduta. Per essere credibili ed autorevoli non servono soldi ma solo audacia e dinamismo politico; se Di Giuseppantonio & c. l’hanno ancora lo dimostrassero altrimenti cambiassero marcia o mestiere”.