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Guardiagrele, ospedale a rischio chiusura. Chiesto incontro con Prefetto

Guardiagrele. Un incontro con il prefetto di Chieti. È quanto chiesto dai cinque consiglieri del gruppo “Guardiagrele il bene in comune”, che intendono informare il prefetto sulla situazione e sulle sorti dell’ospedale di Guardiagrele in attesa di conoscere l’udienza del Tar, prevista per il primo dicembre.

I consiglieri si dichiarano, infatti, molto preoccupati per il provvedimento che, se non sarà sospeso, porterà alla chiusura del nosocomio il prossimo 31 dicembre e, dunque, “costituirà una gravissima lesione al diritto alla salute e all’assistenza dei cittadini di un comprensorio di circa 40mila abitanti”.

I consiglieri intendono far presente al prefetto che, con la disattivazione del presidio di Guardiagrele, verrà gravemente compromessa la funzionalità del servizio di emergenza- urgenza dal momento che il progetto prevede lo smantellamento del Pronto Soccorso e la presenza di una sola ambulanza del 118. Le stesse informazioni e preoccupazioni saranno poi condivise con il personale dell’ospedale, al quale si intende chiedere un incontro e alle associazioni di Guardiagrele.

L’iniziativa dei consiglieri coincide con il diffondersi di voci secondo le quali i ricoveri dell’ospedale di Guardiagrele saranno sospesi a partire dal prossimo 15 dicembre. Da quella data, secondo la prassi attuata a Casoli e Gissi, inizierebbero quindi le dimissioni fino al sostanziale svuotamento della struttura.

La situazione appare così grave che, di fronte alle numerose illegittimità sollevate davanti al Tar L’Aquila, il gruppo consiliare non ha escluso il ricorso, sia pure per consultazioni e per un confronto, alla Procura della Repubblica dal momento che sussisterebbero, di fronte alla eliminazione di posti letto e di un intero ospedale senza che il territorio sia garantito e presidiato di servizi sanitari, i presupposti per configurare una interruzione di pubblico servizio e, di fronte alle palesi illegittimità denunciate, quelli di un abuso d’ufficio.

Dal punto di vista dell’iniziativa politica, il gruppo consiliare ha chiesto e chiederà anche la convocazione di Chiodi, Baraldi e Zavattaro davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali alla quale dovranno motivare le ragioni di una procedura che, nella loro opinione, non avrebbe tenuto conto di nessuna concreta valutazione economica, tagliando oltre 800 posti letto in più del necessario.

“Rinnoviamo l’invito al sindaco a rassegnare le dimissioni di fronte al perdurante silenzio data la gravità del momento e la serietà della situazioni” tuonano i consiglieri. Sembra, infatti, che l’amministrazione non abbia ritenuto opportuno prevedere una discussione sulla situazione dell’ospedale (il Consiglio, infatti, è convocato per l’assestamento del bilancio) e rispondere alle decine di sollecitazioni degli scorsi giorni. I consiglieri, pertanto, promettono di sollevare di nuovo il problema rinnovando tutte le domande rimaste senza risposte.